Ameba mangia cervello: il parere dell’esperto sui lavaggi nasali ai bambini

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 20/03/2024 Aggiornato il 20/03/2024

I casi di ameba mangia cervello hanno destato preoccupazione in chi utilizza l'acqua del rubinetto per i lavaggi nasali. Vediamo che pericolo si corre nel nostro Paese e, soprattutto, che rischi ci sono per i bambini

Ameba mangia cervello: il parere dell’esperto sui lavaggi nasali ai bambini

L’ameba mangia cervello è un pericoloso parassita che, negli ultimi anni, ha colpito una decina di persone negli Stati Uniti. Quelle che sono decedute soffrivano di seri problemi di salute. Tutte avevano in comune l’abitudine di effettuare lavaggi nasali con l’acqua del rubinetto. L’ameba mangia cervello prolifera nelle acque dolci ed è possibile che sia stata questa la via di contaminazione. Quello che preoccupa è se i lavaggi nasali dei neonati e dei bambini piccoli possono comportare un rischio per la salute.

Ameba mangia cervello, che cos’è e come si prende

L’ameba mangia cervello, il cui nome scientifico è Acanthamoeba, è un protozoo, ossia un organismo unicellulare, presente un po’ in tutto il mondo. Il suo habitat è costituito dalle acque dolci temperate di laghi, fiumi, bacini, piscine non adeguatamente trattate con cloro. Si ambienta anche negli scarichi industriali, nelle acque termali e sopravvive perfino nelle caldaie, fino a una temperatura di 46 gradi. Non può vivere nelle acque più calde e nel mare. A volte, anche se raramente, una persona può entrare in contatto con l’ameba. Questo può avvenire in due modi:

  • immergendosi nelle acque in cui è presente il protozoo e inalando le acque stesse attraverso le narici
  • effettuando l’igiene nasale con acque domestiche contaminate.

L’ameba, attraverso le fosse nasali, raggiunge il sistema nervoso centrale, quindi i tessuti del cervello, scatenando prima infiammazione quindi distruzione. È da questo che deriva la definizione di ameba mangia cervello.

I sintomi della meningoencefalite da ameba

Il protozoo scatena l’encefalite amebica granulomatosa, i cui sintomi compaiono alcuni giorni dopo il contatto. Possono manifestarsi:

  • febbre non elevata
  • ulcere sulla pelle
  • mal di testa
  • stato confusionale
  • convulsioni
  • difficoltà nel parlare
  • rigidità nei movimenti.

Se non si interviene immediatamente, la meningoencefalite può causare il decesso. È quindi importante non sottovalutare sintomi di questo tipo, effettuando l’unico esame che permette di raggiungere la diagnosi di encefalite, ossia la puntura lombare con l’analisi del liquido cerebrospinale. La cura consiste nella somministrazione di antibiotici e antimicotici in associazione.

I casi negli Usa

È bene precisare che l’encefalite amebica granulomatosa è un’infezione rara, pericolosa soprattutto per le persone che hanno un sistema di difese poco efficiente. I casi registrati dai Center for Desease control and prevention negli Usa sono stati infatti dieci in dieci anni, con una maggiore concentrazione negli ultimi tempi. I casi si sono verificati soprattutto nelle zone più a sud, dove le temperature miti possono favorire la proliferazione dell’Acanthamoeba nelle acque, anche in quelle che giungono nelle abitazioni. Si pensa che la via di trasmissione dell’encefalite sia avvenuta proprio attraverso l’abitudine a effettuare lavaggi nasali con acqua di casa contaminata. Tutte le persone ricoverate con sintomi avevano infatti praticato questo tipo di igiene quotidiana. Dei dieci ricoverati, due sono deceduti, mentre gli altri hanno potuto essere curati in tempo. Avevano tutti serie malattie croniche, come tumore o Aids, quindi un sistema immunitario poco efficiente.

Lavaggi nasali con acqua del rubinetto

Notizie come quelle dell’ameba mangia cervello possono destare molta preoccupazione tra le persone che hanno l’abitudine a effettuare lavaggi nasali con acqua del rubinetto. “In realtà, il rischio di contrarre infezioni da Acanthamoeba è molto basso, soprattutto tra le persone che godono di buona salute” assicura il professor Fabrizio Pregliasco, professore di igiene e medicina preventiva all’Università di Milano e Direttore sanitario dell’azienda Irccs Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio. “Per maggiore sicurezza, è consigliabile utilizzare acqua dopo averla portata ad ebollizione. Le alte temperature uccidono l’ameba e l’acqua, una volta lasciata intiepidire, si può utilizzare in tutta tranquillità”.  

Lavaggi nasali nei bambini, ci sono rischi?

La notizia dei pericoli per la salute legati all’ameba mangia cervello induce a pensare immediatamente ai bambini piccoli, per i quali i lavaggi nasali regolari hanno l’effetto di mantenere pulite le vie respiratorie. Questo è un valido sistema per eliminare il muco in eccesso e quindi per prevenire le complicanze del raffreddore, che nei piccoli possono causare sinusite e otite media. Secondo gli esperti, il rischio che un bambino possa entrare in contatto con l’ameba mangia cervello è davvero molto basso. Solitamente infatti per le manovre di igiene nasale dei più piccoli si utilizzano preparati sterili. Ecco che cosa è possibile utilizzare:

  • le soluzioni isotoniche, come la “soluzione fisiologica”, che contiene circa 9 grammi di sale per litro d’acqua ed è quindi simile ai liquidi dell’organismo;
  • le soluzioni ipertoniche che hanno una concentrazione di sale solitamente compresa tra i 20 ed i 30 grammi per litro;
  • le acque termali o marine rese sterili, che possono contenere anche una piccola quantità di acido ialuronico, una sostanza con effetto lenitivo e antinfiammatorio.

Utilizzare queste soluzioni aiuta perché il passaggio del liquido salino esercita un effetto meccanico che rimuove il muco in eccesso, favorendo la guarigione dalle infiammazioni. Inoltre, idrata la mucosa ripristinando il microfilm e aiuta le ciglia presenti sulla mucosa stessa a eliminare più facilmente germi, polvere e allergeni che entrano nelle vie respiratorie. Le soluzioni sono presenti in commercio già pronte, in fiale oppure in spray inalatorio. Quella isotonica può anche essere preparata in casa facendo bollire in un litro di acqua un cucchiaio di sale da cucina e un cucchiaino di bicarbonato di sodio. L’ideale sarebbe utilizzare spray o pompette a uso pediatrico (acquistabili in farmacia, collegabili all’apparecchiatura dell’aerosol) per far penetrare a fondo la soluzione nelle fosse nasali. Le manovre corrette possono essere spiegate dal pediatra.

Foto di Polina Tankilevitch per pexels.com

 
 
 

In breve

L’ameba mangia cervello può raggiungere il sistema nervoso, causando encefalite, anche attraverso i lavaggi nasali con acqua di rubinetto. Gli specialisti assicurano che in Italia il rischio è bassissimo. Tuttavia, per i lavaggi nasali dei bambini è opportuno utilizzare acqua bollita e lasciata intiepidire, oppure le apposite soluzioni saline disponibili in farmacia.

 

Fonti / Bibliografia

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