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La crisi economica ha cambiato l’alimentazione dei bambini. Questo significa che ai piccoli viene dato cibo non adatto alle loro esigenze nutrizionali.
I pediatri: “Non è corretto!”
“Non è corretto nutrire i bambini con cibi da adulti”, è l’allarme lanciato dai pediatri. Anche se usare per i bambini cibo a normale consumo per adulti ha permesso di far risparmiare decisamente le famiglie, sull’orlo della crisi… e non solo di nervi.
La sicurezza alimentare in primo piano
“Il bambino non è “un piccolo adulto” puntualizzano i pediatri. Non a caso la legislazione che regola l’alimentazione dei bambini è molto più restrittiva, in termini di sicurezza delle materie prime, rispetto a quella generale.
Meglio evitare i cibi freschi prima dell’anno di età
“Senza demonizzare il “fresco”, almeno fino al primo anno di vita, è consigliabile evitarlo, e sino a due è preferibile – spiega Andrea Vania, responsabile del centro di dietologia e nutrizione pediatrica dell’Università “La Sapienza’” di Roma -. Se sceglie il fresco, in linea di massima, il biologico dà più garanzie per l’alimentazione dei bambini”.
Gli effetti della crisi sulla spesa
Come rileva il primo Rapporto sui comportamenti d’acquisto nella maternità, realizzato da Marketing Management, nel 2012, i tagli hanno investito soprattutto il comparto alimentare con gli scaffali “baby” via via meno affollati. La sostituzione con prodotti “adulti’” ha consentito di risparmiare 6,5 milioni di euro. Secondo la ricerca, per la prima volta dal dopoguerra, gli acquisti per i bimbi da 0 a 36 mesi (comparto alimentare e igiene) hanno registrato una flessione del 4,3%, pari a 89,3 milioni di euro.
Si compra meno latte artificiale
Il latte formulato è il prodotto che ha registrato il maggiore calo di acquisto (23.7 milioni di euro in meno nel 2012 rispetto all’anno precedente), sostituito con latte materno e con quello Uht (a lunga conservazione).
Ma si allatta più a lungo
“Allattare al seno il più possibile come strategia anticrisi è una scelta saggia” concorda il presidente della Società italiana di pediatria, Giovanni Corsello. “Non altrettanto si può dire per la sostituzione del latte formulato con quello vaccino, se ciò avviene già a sei mesi. Quest’ultimo non andrebbe mai introdotto prima dell’anno di età”.