Obesità infantile: rallenta la capacità di pensiero?

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 29/04/2014 Aggiornato il 29/04/2014

Un recente studio dimostra che l’obesità infantile si associa a una maggiore lentezza nel pensare e nel risolvere i problemi 

Obesità infantile: rallenta la capacità di pensiero?

L’elenco delle conseguenze negative dell’obesità infantile è già lunghissimo. Ma, a quanto pare, è destinato a estendersi sempre più. Agli effetti fisici, infatti, bisogna aggiungere anche quelli sulla mente, in particolare sulle capacità di pensare. Questo, perlomeno, è quanto suggerisce un recente studio condotto da un team di ricercatori americani, dell’University of Michigan State, pubblicato sulla rivista “Cerebral Cortex”.

Test cognitivi per i bambini

La ricerca ha riguardato 74 bambini e bambine di età compresa fra i sette e i nove anni. Tutti sono stati sottoposti a una serie di test cognitivi, per analizzare la capacità di pensiero e di risolvere i problemi, e a una risonanza magnetica cerebrale. Inoltre, gli autori hanno misurato il loro indice di massa corporea, per capire quanti di loro fossero in sovrappeso. Lo scopo era capire se la presenza di obesità infantile si associasse a un deficit di alcune funzioni cerebrali.

Bassi risultati con Imc alto

Dall’analisi dei risultati, è emerso che circa la metà dei bambini aveva un alto Indice di massa corporea (Imc). Ebbene, questi bimbi, rispetto agli altri, hanno ottenuto risultati peggiori nei test cognitivi. Nel dettaglio, si è osservato che nei soggetti che presentavano obesità infantile i tempi di reazione erano più lunghi del 7% in un primo test cognitivo e del 15% in un secondo test. Inoltre, il gruppo dei “grassi” rispondeva con maggiore frequenza in maniera sbagliata rispetto a quello dei magri.

Gli esami confermano

Infine, la risonanza magnetica ha rivelato che i processi cognitivi nella corteccia prefrontale e in quella cingolata anteriore erano meno sviluppati nei bimbi sovrappeso. Gli autori hanno, perciò, concluso che l’obesità infantile si associa a una maggiore lentezza nelle prove cognitive, in particolate nella capacità di pensare e risolvere problemi, e a processi di pensiero meno “affinati”.

In breve

LE REGOLE DI PREVENZIONE

Le possibili conseguenze sulle capacità cognitive rappresentano una ragione ulteriore per cercare di combattere l’obesità infantile. La migliore strategia è rappresentata da una dieta sana e da uno stile di vita attivo. 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Cisti del dotto tireoglosso: si può riformare dopo l’intervento chirurgico?

27/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Alessia Bertocchini

La cisti del dotto tireoglosso, nota anche come cisti mediana del collo (per via del fatto che in genere si trova a metà del collo) dopo essere stata asportata chirurgicamente può ricomparire e, quindi, richiedere un secondo intervento.  »

Sonno agitato a 3 anni: la cameretta condivisa con la sorellina può essere la soluzione?

27/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

È possibile che a disturbare il sonno di una bimba di tre anni e mezzo sia il pensiero della sorellina che, a differenza di lei, dorme ancora con i genitori: mettere le due bambine nella stessa cameretta potrebbe risolvere i risvegli notturni della maggiore.   »

Autismo: c’è un’indagine che può accertarlo con sicurezza in gravidanza?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Giorgio Rossi

Come e più di altre anomalie del neurosviluppo, i disturbi dello spettro autistico sono legati a molteplici "errori" genetici. Alcune ricerche hanno indicato più di 1000 geni potenzialmente coinvolti: la complessità del problema non consente di accertarlo con sicurezza durante la gravidanza.   »

Fai la tua domanda agli specialisti