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Si mangiano più merendine al Nord, ma ci sono più bambini obesi al Sud. Come è possibile? Eppure è così. E questo dato di fatto porterebbe ad assolvere le merendine dall’accusa di essere le principali responsabili del sovrappeso e dell’obesità infantile.
I dati dell’indagine
Il dato emerge da un’analisi realizzata incrociando i dati sui consumi di prodotti da forno con i livelli di sovrappeso e obesità ottenuti dai sistemi di indagine sui rischi di comportamenti in età 6-17 anni come: “Okkio alla salute, Passi e Istat” compiuti dall’Iss (Istituto superiore della sanità). A conclusione dell’indagine è stato sfatato quello che i produttori considerano un pregiudizio sulle merendine, spesso sul “banco degli imputati” per l’obesità infantile.
Al Nord 2,2 kg pro capite all’anno
L’incrocio dei dati indica che al Nord i consumi di merendine arrivano a 2,2 kg pro capite annui, mentre i livelli di sovrappeso e obesità infantile sono i più bassi del Paese e si attestano al 24,7%. Al Sud avviene il contrario: la percentuale di bambini in sovrappeso e obesi raggiunge il 37,8% (+25% media nazionale), mentre i consumi di merendine scendono a 1,6 kg pro capite annui. Nell’Italia centrale, infine, si registrano i livelli medi di entrambi gli indicatori: 30,6% sovrappeso e obesità infantile e 2,1 kg pro capite.
Attività fisica, frutta e verdura
Questa analisi ha anche dimostrato che l’ago della bilancia sale dove diminuisce:
- la propensione a fare sport;
- il consumo di frutta e verdura;
- un’adeguata merenda a metà mattina.
Secondo questa indagine, infatti, degli oltre 2,2 milioni di bambini tra i 6 e i 10 anni che praticano sport, la maggior concentrazione si trova nelle regioni con bambini più magri e in salute. I dati Istat riferiscono che a Nord fa attività fisica il 70% del campione, mentre nel Sud e nelle Isole si riduce al 45%.
Non esistono alimenti buoni o cattivi
A sostenerlo è la biologa nutrizionista Valeria Del Balzo, secondo la quale il peso dei bambini dipenderebbe da diversi fattori culturali e sociali come lo stile di vita, il movimento, le corrette abitudini a tavola, e non dal consumo delle merendine come spesso erroneamente si ritiene. “Le merendine, riferisce Del Balzo, possono tranquillamente essere utilizzate come break di metà mattina o di metà pomeriggio perché sono prodotti caratterizzati da un modesto contenuto di calorie (dalle 110 delle più semplici fino a 180-200 delle più ricche), e coprono in media tra il 6-7% della quantità di energia raccomandata ogni giorno a bambini e ragazzi. Una merendina, quindi, permette di rifornire l’organismo della piccola quantità di energia, che gli serve per arrivare ai pasti principali con un senso di sazietà adeguato e mantenere la concentrazione in determinati momenti della giornata”.