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La dieta degli adolescenti è peggiorata durante questo lungo periodo di pandemia. È quanto emerge dai risultati dell’indagine «Adolescenti un anno dopo» realizzata dall’Associazione laboratorio adolescenza e l’Istituto di ricerca Iard.
Interpellati più di 10mila ragazzi
Una delle conseguenze dei mesi di isolamento in casa e didattica a distanza la possiamo ritrovare nel rapporto tra gli adolescenti e il cibo «L’indagine — spiega Carlo Buzzi, sociologo dell’università di Trento e direttore scientifico del progetto — ha coinvolto un campione nazionale rappresentativo di oltre 10.500 studenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni e ci ha consentito, grazie al patrimonio storico di dati raccolti da Laboratorio adolescenza, di mettere in evidenza se e dove gli effetti della pandemia abbiano prodotto modifiche evidenti nelle abitudini di vita degli adolescenti»
Colazione per lo più assente
La prima colazione, già prima dello scoppio della pandemia, era saltata da molti adolescenti per “mancanza di tempo” la mattina prima della scuola. Nel 2015 il 66,2% dei ragazzi di terza media faceva la prima colazione tutti i giorni (o quasi) rispetto all’attuale 52%.
Poco cambia tra gli studenti delle superiori: nel 2018 il 61,5% faceva colazione tutti i giorni, mentre oggi la fa solo il 50,5%.
Alimentazione “on demand”
Stare a casa con le famiglie per molti mesi non ha migliorato la dieta degli adolescenti nei pasti principali. Il 56% delle femmine e il 50% dei maschi ha dichiarato di aver mangiato in modo più sregolato del solito. «Una sorta di dannosissima nutrizione “on demand” (quando ho fame, mangio qualcosa), dove ad aggravare la situazione — commenta Margherita Caroli, componente del consiglio direttivo dell’European Childhood Obesity Group e coordinatrice del gruppo di studio sulla nutrizione di Laboratorio adolescenza — è che questa “fame” è molto spesso “noia” che si tenta di allontanare con la gratificazione prodotta dai dannosi quanto accattivanti snack spazzatura».
Più snack e meno attività fisica
Gli snack, consumati abitualmente dal 78,4% degli adolescenti fino al 2018, ora vengono abusati dall’82%.
È cresciuta la sedentarietà, anche per la sospensione delle attività sportive: il 32% ha dichiarato di aver fatto molto meno movimento rispetto al solito, il 38,4% non ne ha fatto proprio e il 15% degli adolescenti non praticava sport neanche prima della pandemia.
Fonti / Bibliografia
- Adolescenza un anno dopo. Le conseguenze della pandemia - ISTITUTO IARDIl commento del prof. Carlo Buzzi ai primi risultati emersi dall’indagine in corso su abitudini e stili di vita degli adolescenti in Italia promossa da Laboratorio Adolescenza e Istituto Iard. L’indagine, promossa da Laboratorio Adolescenza e Istituto IARD, ha lo scopo di fare il punto sull’adolescenza dopo un anno di pandemia, di lockdown e di DAD. La ricerca, condotta […]