Iperattività: meno rischi con la dieta mediterranea

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 04/04/2017 Aggiornato il 04/04/2017

I bambini che seguono la dieta mediterranea hanno un rischio minore di sviluppare la sindrome da iperattività. Ecco perché

Iperattività: meno rischi con la dieta mediterranea

La dieta mediterranea è considerata uno dei regimi alimentari migliori al mondo perché estremamente salutare. Tra gli innumerevoli benefici per la salute, ci sarebbe anche un effetto protettivo nei confronti del disturbo da deficit di attenzione e iperattività, conosciuto anche con la sua sigla, Adhd. A rivelarlo è una ricerca condotta recentemente da un team ricercatori spagnoli, dell’Università di Barcellona, pubblicata sulla rivista  medica Pediatrics.

120 bambini tra 6 e 12 anni

Lo studio ha coinvolto complessivamente 120 bambini di età compressa fra i 6 e i 12 anni. Metà di loro aveva ricevuto una diagnosi di Adhd e metà no. Tutti sono stati invitati a compilare, con l’aiuto dei genitori, una serie di questionari sullo stile di vita, in particolare sull’alimentazione seguita. Lo scopo era capire se fra il tipo di dieta adottata abitualmente e rischio di malattia ci fosse un qualche legame.

Più pericoli con troppo zucchero

Attenzione a caramelle, bibite zuccherate e diete poco equilibrate. Dall’analisi dei risultati è emerso, infatti, che la dieta mediterranea ha un ruolo protettivo nei confronti del disturbo da iperattività e deficit di attenzione. Fra i bambini con diagnosi di Adhd, la percentuale di chi seguiva il modello alimentare mediterraneo era molto più bassa. Gli autori hanno anche scoperto che i bimbi che avevano la tendenza a consumare grandi quantitativi di caramelle e bevande zuccherate e poco pesce presentavano una prevalenza maggiore di Adhd rispetto agli altri.

Serviranno nuove ricerche

Gli esperti hanno concluso che l’alimentazione può influenzare, fra le varie cose, anche il rischio di sviluppare il disturbo da deficit di attenzione e iperattività. A oggi, questo disturbo neurologico, uno dei più diffusi nell’infanzia, non ha cause certe. Sembra che all’origine ci siano più fattori che interagiscono fra di loro. Per capire esattamente il ruolo svolto dall’alimentazione serviranno nuovi studi. “In particolare, la ricerca dovrà determinare se cambiare dieta possa invertire i sintomi di Adhd” hanno commentato gli autori.

 

 

 
 
 

In breve

SOTTO ACCUSA ANCHE UNA DIETA POVERA

In passato, altre ricerche avevano svelato che il rischio di sindrome da deficit di attenzione e iperattività era risultato maggiore nei bambini che seguivano un’alimentazione povera. Ora il nuovo studio ha aggiunto un ulteriore tassello sulle cause di questo disturbo.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Secrezioni vaginali abbondanti a sei mesi dal parto: cosa segnalano?

31/03/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

La comparsa di perdite trasparenti, prive di odore e non associate a particolari sintomi potrebbe essere espressione della ripresa dell'attività ovarica. Ma per avere la certezza che non si tratti di altro è meglio effettuare un controllo.   »

Gemelli: perché sono diversi?

31/03/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Se i gemelli sono dizigoti è normale che abbiano un aspetto differente, anche per quanto riguarda il colore di occhi e capelli. Questo perché, a differenza dei gemelli monozigoti, non condividono un identico patrimonio genetico.   »

Streptococco: dare l’antibiotico “solo” per sei giorni favorisce le ricadute?

24/03/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

In caso di infezioni batteriche, la tendenza attuale è di ridurre la durata della terapia con antibiotico sia perché si rivela ugualmente efficace sia in quanto un trattamento breve diminuisce il fenomento dell'antibiotico-resistenza, che rappresenta una grave minaccia per la salute di tutti.   »

Fai la tua domanda agli specialisti