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Anche quando si tratta di infezioni alimentari i bambini costituiscono una delle categorie più deboli. È quanto emerge dall’ultimo rapporto sul tema dell’European Center for Disease Control (Ecdc), il centro europeo per il controllo sulle malattie.
Più piccoli, più colpiti
Il rapporto ha analizzato i casi di infezioni alimentari, registrati fra il 2006 e il 2009, riconducibili ai sei agenti patogeni più comuni in Europa: dalla salmonella al meno conosciuto Campylobacter. Ebbene, si è visto che la fascia di età più colpita è sempre quella tra uno e quattro anni. Nel periodo considerato, sono aumentate le infezioni da Campylobacter e di Escherichia Coli: rispettivamente del 13% e del 9%. Sono notevolmente diminuite, invece, le infezioni alimentari da Salmonella, da Shigella e da Yersinia, mentre le listeriosi sono stabili.
Attenzione all’uovo
Uno degli alimenti “incriminati” è l’uovo, soprattutto per quanto riguarda la Salmonella. In effetti, costituisce un terreno di coltura ideale per i batteri. Inoltre, dovrebbe essere conservato rispettando la catena del freddo, cosa che non sempre avviene. Particolarmente a rischio sono le uova non di produzione industriale. Infatti, spesso il loro guscio è sporco. Così, se vengono lavate, diventano permeabili, lasciando passare i batteri.
…e al latte
Anche il latte può essere veicolo di infezioni alimentari. Del resto, se non viene conservato in modo corretto può facilmente essere contaminato. Considerando che è fra i cibi più consumati dai bambini, si spiega almeno in parte perché queste problematiche siano molto diffuse nell’infanzia.
Le regole per lo svezzamento
Nel corso dello svezzamento, per evitare rischi è importantissimo rispettare le fondamentali norme igieniche. In particolare, occorre sempre lavare le mani prima e dopo aver maneggiato i cibi. È importante, poi, fare attenzione alle modalità di conservazione degli alimenti e cercare di non preparare i cibi con largo anticipo. I cibi freschi, infatti, sono meno soggetti alla proliferazione dei germi.
In breve
MEGLIO IL LATTE IN FORMA LIQUIDA
Per ridurre il rischio di infezioni alimentari nei neonati, i pediatri raccomandano di preferire il latte in formula in forma liquida che è meno suscettibile di contaminazioni rispetto a quello in polvere.