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L’obesità è uno dei principali problemi mondiali sia nei bambini che negli adolescenti. L’aumento del numero dei bambini con sovrappeso e obesità nei Paesi industrializzati ha portato al parallelo aumento di casi di fegato grasso o steatosi epatica non alcolica. Negli ultimi vent’anni, infatti, la steatosi ha raggiunto proporzioni epidemiche anche tra i più piccoli, diventando la patologia cronica del fegato di più frequente riscontro nel mondo occidentale.
Bambini a rischio
Da uno studio dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, pubblicato sulla rivista scientifica americana Hepatology, emerge che i bambini che presentano fegato grasso associato a epatite (infiammazione del fegato) corrono un rischio di cirrosi epatica e di sindrome metabolica del 30% superiore alla media. Lo studio del Bambino Gesù ha coinvolto 430 bambini ed è stato condotto in collaborazione, tra gli altri, con la University of Cambridge.
Attenzione a queste malattie
I dati emersi dimostrano come la presenza di infiammazione sia il fattore chiave per identificare i bambini a rischio di dislipidemia, obesità, sindrome metabolica e fibrosi epatica. Pertanto la precoce identificazione dei bambini con questo quadro clinico, resa possibile sia dalla biopsia epatica, ma anche da nuovi marcatori sierici non invasivi, permetterà di iniziare il più precocemente possibile, una terapia mirata ad ottenere l’arresto della progressione del danno epatico e la guarigione completa del fegato.
Conseguenze pericolose
Le caratteristiche di questa diffusa patologia, la steatosi epatica, vanno dall’accumulo di grasso in quantità superiore al 5% del fegato (steatosi epatica semplice) a forme più severe (steatoepatite non alcolica) che possono progredire sin dall’adolescenza verso la cirrosi epatica. Così come gli adulti, anche i bambini affetti da steatosi epatica non alcolica possono presentare danni metabolici caratterizzati da aumento della circonferenza addominale, ipertensione, insulino-resistenza, ipercolesterolemia, tutte condizioni che aumentano il rischio di sviluppare diabete mellito di tipo 2, sindrome metabolica o malattie cardiovascolari, che ne riducono le aspettative di vita come mai successo dal dopoguerra a oggi.