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L’anoressia, uno dei disturbi del comportamento alimentare, miete sempre più vittime, e nell’esercito dei pazienti (in maggioranza di sesso femminile) ci sono sempre più bambini. È quanto è emerso all’ultimo congresso della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps): l’età di comparsa dell’anoressia si sta abbassando pericolosamente e si vedono perfino casi in bambini di sei o sette anni.
I numeri rivelano una realtà drammatica
In passato disturbi alimentari come anoressia e bulimia comparivano intorno ai 18 anni; oggi l’età media si è abbassata a 16 anni ma sono molti i casi di anoressia precoce, che si manifesta prima dei 13 anni. “Non mancano bambini della scuola elementare – spiega Antonella Gritti, docente di neuropsichiatria infantile all’università Suor Orsola Benincasa di Napoli -. I motivi ipotizzati sono molti: il maggior peso dato oggi alla forma fisica e all’estetica, l’aver avuto genitori con disturbi alimentari e il generale incremento di problemi psichiatrici in età evolutiva”.
I campanelli d’allarme prima della pubertà
Disturbi alimentari come l’anoressia prima della pubertà rivelano una realtà particolarmente grave perché, anche se non si arriva a un vero decadimento fisico, può bloccare lo sviluppo del bambino. Continua la dottoressa Antonella Gritti: “I genitori devono prestare attenzione a particolari segnali: se il bambino va incontro a una progressiva restrizione alimentare, diventando sempre più selettivo e svogliato; se dopo una frustrazione a scuola o nello sport perde l’appetito a lungo; se l’appetito cala anche in assenza di una malattia”. Perfino i bambini prima dei cinque anni possono avere disturbi alimentari su base relazionale, dovuti a qualche difficoltà nei rapporti familiari. “Se il momento del pasto è problematico bisogna farsi qualche domanda e magari chiedere un parere al pediatra”.