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I disturbi del comportamento alimentare (Dca) sono un problema per moltissimi giovani e non solo. Questi disturbi, infatti, rendono la vita difficile a chi ne soffre (ma anche ai loro genitori). Spiega Laura Della Ragione, responsabile dei centri per la cura dei disturbi alimentari Palazzo Francisci e Nido delle Rondini di Todi (una delle prime strutture residenziali pubbliche aperte): “La situazione va affrontata il prima possibile, perché ci sono ragazzine di 11 anni che hanno già disturbi alimentari”.
Manca un’assistenza omogenea
Regioni come Umbria, Veneto, Lombardia e Basilicata sono all’avanguardia nel percorso di cura grazie a centri ambulatoriali e strutture residenziali, ma altre regioni restano ancora ai margini, come per esempio la Sardegna, la Calabria, la Sicilia. “E questo complica ulteriormente la vita di pazienti e parenti – prosegue l’esperto -, poiché le famiglie sono costrette a spostarsi anche a 800 chilometri dalla propria città per ricevere un’assistenza adeguata”.
Codice lilla e altre iniziative
Di recente in Senato sono state approvate due proposte di legge per cercare di bloccare siti e blog pro-anoressia ed è stato avviato nei Pronto soccorso il “Codice lilla”, un percorso specifico per accogliere i pazienti con disturbi dell’alimentazione in modo da poter avviare da subito un adeguato percorso terapeutico (tra i primi c’è il policlinico Agostino Gemelli di Roma). Infine, è prevista l’istituzione dell’Osservatorio sulla malnutrizione con l’obbiettivo di ottenere dati certi, suddivisi territorio per territorio, in modo da poter creare una rete assistenziale mirata e multidisciplinare. Il progetto, affidato all’Istituto superiore della sanità, darà vita a una mappatura completa dei centri, degli ambulatori, delle strutture sanitarie pubbliche.