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Il diabete di tipo 2 è l’unica forma di malattia che si può prevenire. In che modo? Evitando un’alimentazione scorretta e conducendo una vita il più possibile attiva. Ma non solo. Sembra che anche fare una prima colazione adeguata fin dall’adolescenza abbia un ruolo importante in questo senso. Questa, perlomeno, è la conclusione cui è giunto uno studio condotto da un gruppo di ricercatori svedesi, dell’Università di Umea, pubblicato sulla rivista scientifica Public Health Nutrition.
Uno studio durato quasi trent’anni
La ricerca, che è durata 27 anni, ha coinvolto 800 persone, esaminandole dall’età di 16 anni fino a 43. Tutti all’inizio, durante e al termine dello studio sono stati sottoposti ad alcuni esami clinici per valutare lo stato di salute e la presenza o meno di diabete. Non solo. Sono stati anche invitati a compilare una serie di questionari riguardanti lo stile di vita seguito, in particolare l’abitudine o meno di consumare la prima colazione.
In agguato diabete e obesità
L’analisi dei risultati ha rivelato che il fatto di fare o meno la colazione durante l’adolescenza ha avuto un ruolo determinante nello sviluppo del diabete. Infatti, il rischio di questa malattia era molto più elevato nelle persone che, da giovani, tendevano a saltare la colazione o a consumarne una troppo scarsa. Si è visto, inoltre, che la tendenza a consumare un primo pasto insufficiente in età giovanile ha comportato anche una maggiore probabilità in età adulta di: essere sovrappeso, di soffrire di sindrome metabolica e presentare un livello elevato di glucosio nel sangue.
Le cattive abitudini di pagano care
Gli autori hanno concluso che le cattive abitudini a 16 anni, in particolare gli errori alimentari, predicono la comparsa di diabete e fattori di rischio cardiovascolare a 43 anni, indipendentemente da altri elementi come lo stile di vita a l’indice di massa corporea.