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Fino a qualche anno fa era praticamente una malattia sconosciuta ai più. Oggi, invece, non solo la maggior parte delle persone ha perlomeno sentito parlare della celiachia, ma si sta anche registrando un vero e proprio boom di casi. Soprattutto fra le donne e in età pediatrica. A dirlo sono le stime della “Relazione annuale 2013 sulla celiachia”, presentata dal Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, alle Camere.
In un anno 16 mila nuovi casi
Stando ai numeri contenuti nel rapporto, in un anno si sono registrate quasi 16 mila nuove diagnosi di celiachia. Le regioni più colpite sono quelle settentrionali. Il 44% dei celiaci, infatti, risiede al nord, il 22% al centro, il 19% al sud e il 13% nelle isole. La regione più interessata dal problema è la Lombardia, dove l’incidenza della malattia è di oltre il 17%, contro, per esempio, il 10% del Lazio e il 9,4% della Campania.
Più colpiti donne e bimbi
Per quanto riguarda il genere, le più colpite sono le donne, con un rapporto di circa 2 a 1, che però in 12 regioni è addirittura di 3 a 1. Ragionando in termini percentuali, in Italia, sono colpite lo 0,37% delle donne contro lo 0,16% degli uomini. La categoria più vulnerabile, però, è un’altra: quella dei bambini. Non solo perché la celiachia esordisce spesso in età pediatrica, ma anche perché la diagnosi è molto sovente tardiva, per cui i più piccoli, già vulnerabili, possono subire conseguenze maggiori.
Il ruolo dell’alimentazione
Un recente studio condotto su oltre 2 milioni di bambini, di età compresa fra 0 e 18 anni, da un gruppo di ricercatori internazionali, della University of Nottingham, in Inghilterra, e dall’Università di Salerno, pubblicato sulla rivista Archives of Disease in Childhood, ha svelato che i casi di celiachia sono triplicati nei piccoli con meno di due anni e quasi raddoppiati fra bambini e ragazzi di età compresa fra la nascita e i 18 anni. Per quali ragioni? “Secondo il nostro studio, i bambini che vivono in aree socialmente più ricche hanno una probabilità di sviluppare l’intolleranza al glutine due volte superiore rispetto ai piccoli che risiedono in zone più povere” hanno spiegato gli autori. Probabilmente, la colpa è del consumo di cibi raffinati e industriali, più comune nelle aree maggiormente sviluppate. Al momento, il solo modo per trattare la celiachia resta una dieta priva anche della minima traccia di glutine.
ento.