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È chiamato baby food perché è prodotto appositamente per rispettare le esigenze dei bambini e per tutelare la loro salute. Per questo, è fra i prodotti alimentari meglio controllati e selezionati. Ma si può sempre migliorare. Eliminando per esempio il cadmio. Lo dice la Commissione europea che ha chiesto ai 28 Stati membri di ridurre ulteriormente il contenuto di questo minerale nel latte in polvere e negli altri cibi destinati all’infanzia.
È un metallo pesante
Il cadmio è un metallo pesante che si può trovare in natura, ma che può provenire anche da fonti industriali e agricole. Per i non fumatori la principale fonte di esposizione a questa sostanza è rappresentata dal cibo. Se si accumula nel corpo, nel tempo, può creare effetti tossici e provocare diverse malattie, come l’insufficienza renale.
Soglie più basse
Già nel 2001 l’Unione europea aveva stabilito i livelli massimi di cadmio in diversi prodotti alimentari. Tuttavia, recentemente l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha espresso un parere secondo cui l’esposizione attuale deve essere ulteriormente ridotta. Per questo la Commissione europea è intervenuta nuovamente, invitando i 28 stati membri a fare maggiore attenzione per quanto riguarda il baby food e i prodotti a base di cioccolato e di cacao. I produttori degli alimenti destinati ai bambini dovranno rispettare le nuove soglie a partire dal primo gennaio 2015. Per gli altri cibi invece, i tempi saranno più dilatati: i nuovi limiti entreranno in vigore il primo gennaio 2019. L’Esecutivo Ue si è rivolta anche agli agricoltori e agli operatori del settore alimentare, spiegando quanto sia importante non superare i livelli massimi di cadmio in cereali, ortaggi e patate.