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Esiste un’associazione tra l’insorgenza di sovrappeso e obesità e il consumo di bibite zuccherate, soprattutto in età evolutiva. C’erano già diversi studi in passato che avevano dimostrato che le bibite zuccherate aumentano il rischio di obesità e sovrappeso. Recentemente, però, è stata effettuata “Obesity Facts”, una meta analisi su 30 studi, che ha rimarcato questo rischio soprattutto per i più giovani. I risultati della ricerca sono stati poi pubblicati sulla rivista dell’Associazione Europea per lo studio dell’obesità. In particolare, 20 studi su 30 hanno verificato il legame esistente tra bibite zuccherate e l’obesità nei bambini, mentre 10 hanno preso in considerazione gli adulti. Allo studio hanno partecipato diversi centri di ricerca europei, tra cui l’Istituto speciale di cardiologia preventiva e nutrizione di Salisburgo, gli ospedali universitari di Ginevra e l’Università di Navarra.
Lo studio su 250.000 tra grandi e piccoli
I partecipanti all’esperimento provenivano da diversi Paesi del mondo: p il 33% dall’Europa, il 23% dagli Usa, il 17% dall’America centrale e meridionale, il 7% dall’Australia e il 10% da Sudafrica, Iran, Thailandia e Giappone. Tutti gli studi, tranne uno, hanno dimostrato un legame positivo tra l’insorgenza di sovrappeso e obesità e il consumo di bevande zuccherate.
Serve una politica preventiva
Alla luce dei risultati raggiunti, i ricercatori sono convinti che sia necessario che le politiche di sanità pubblica debbano mirare alla riduzione del consumo di bibite zuccherate e gassate e sostenere alternative più sane come l’acqua.
La situazione in Italia
Nel nostro Paese, per esempio, la Sip (Società italiana di pediatria) insieme alla Sipps (Società di pediatria preventiva e sociale) e al ministero della Salute hanno sviluppato un decalogo anti-obesità da seguire almeno fino ai sei anni di età: solo acqua, evitando succhi di frutta, tè deteinati e tisane zuccherate.
Calorie vuote
Tutte le bevande gassate, i succhi di frutta, il tè deteinato e le tisane zuccherate, non solo non dissetano, ma apportano molte calorie definite “vuote”, cioè inutili, perché è nullo l’apporto di elementi nutritivi utili alla salute.