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I bambini difficili a tavola si riconoscono subito: osservano con diffidenza il piatto, piluccano e rifiutano sistematicamente alcuni alimenti, solitamente ortaggi. Secondo gli esperti della Società Italiana di pediatria preventiva e sociale, non è colpa della cattiva educazione o dei gusti personali che, comunque, anche i più piccoli avvertono. Si tratterebbe, invece, di qualche errore commesso durante lo svezzamento, sempre a fin di bene, che può però condizionare l’approccio dei più piccoli al cibo.
Nuovi disturbi alimentari
Gli esperti hanno un nome per i bambini difficili a tavola, inappetenti e super selettivi con i cibi. Li chiamano ‘picky eaters’, ossia mangiatori schizzinosi, che rifiutano a priori molti alimenti senza nemmeno assaggiarli. Il picky eating è anch’esso un disturbo del comportamento alimentare o Dca che sembra essere in continuo aumento, complicando la vita di molti bambini. Secondo i pediatri in Italia mancano ancora dati di incidenza precisi, ma in Stati Uniti, Inghilterra e Francia le prevalenze variano dal 3 al 25% dei più piccoli, ovvero riguardano fino a 1 bambino su 4. Il picky eating si aggiunge ai disturbi del comportamento alimentare più seri, come anoressia, bulimia e obesità che richiedono l’intervento di una équipe multidisciplinare che includa anche il supporto neuropsichiatrico e psicologico, in quanto si tratta di disturbi che coinvolgono corpo, anima, cuore e mente.
Perché il bambino è tanto selettivo
Dietro al fatto di essere schizzinosi a tavola ci sarebbe uno svezzamento fin troppo prudente. Gli esperti sostengono che i piccolissimi divengono bambini difficili a tavola perché alimentati con cibi morbidi in una fase in cui lo sviluppo masticatorio dovrebbe allenarsi con sostanze più consistenti. Mandibola e mascella raddoppiano le dimensioni tra i sei mesi e l’anno di vita e questa crescita viene favorita dall’uso di cibi semi-duri. Se, però, i genitori propongono solo alimenti morbidi o semiliquidi non si favorisce la crescita delle parti interessate, perché non si riescono ad allenare i tessuti osteo-muscolari deputati alla masticazione.
Troppa prudenza non fa bene
Queste scelte spesso vengono operate a fin di bene, perché i genitori temono che un cibo consistente possa non essere ingerito correttamente e quindi esporre a rischio di soffocamento. Con il passare del tempo, però, un bambino avrà difficoltà a sminuzzare con i denti cibi ricchi di nerbo come carne, verdura e perfino frutta. Verso i sette anni, quando le strutture masticatorie dovrebbero essere ben sviluppate, il bambino potrebbe avere problemi a sminuzzare il cibo con i denti, a causa della minore forza. Inoltre, se la mandibola non si è sviluppata bene, ci sarà la necessità di ricorrere a un apparecchio per i denti.