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La nostra alimentazione, per adulti e bambini, è apprezzata in tutto il mondo perché ritenuta non solo gustosa e prelibata, ma anche sana e bilanciata. Eppure, i nostri figli non mangiano affatto bene. L’Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza (Paidòss), in occasione della International Conference on children’s health and the environment che si è tenuta nelle scorse settimane a Gerusalemme, ha rivelato infatti che segue un’alimentazione corretta solo l’1% dei bambini italiani.
I principali errori
Secondo gli esperti, i genitori italiani offrono ai loro figli una quantità eccessiva di piatti elaborati e di cibi animali, soprattutto carne, a discapito di frutta e verdura. Inoltre, non fanno attenzione al cosiddetto “cibo spazzatura”, come merendine, dolci, pizzette, focacce e altri snack salati.
Effetti sui bimbi…
Le conseguenze di queste cattive abitudini riguardano innanzitutto la salute. Se l’alimentazione dei bambini è scorretta, infatti, i piccoli hanno un rischio maggiore di sovrappeso, obesità, malattie cardiovascolari, diabete e carie.
… E sull’ambiente
Ma anche l’ambiente ne risente. Basti pensare che per produrre un chilo di carne bovina servono 118 metri quadrati di terreno contro i 12 metri quadrati necessari per lo stesso quantitativo di pasta. Per gli ortaggi, le cifre si riducono ulteriormente: sono sufficienti due soli 2 metri quadrati per un chilo di prodotto.
Abitudini da correggere prima possibile
Gli esperti hanno spiegato che è necessario correggere gli stili di vita alimentari scorretti, in modo da preservare la salute dei bambini e anche il territorio. La maggiore attenzione all’alimentazione infantile richiede un lavoro di equipe. “Un impegno, quello della buona e sana tavola, che deve cominciare dalle filiere e dalle aziende agricole e/o produttrici con una particolare attenzione alla comunicazione e alla qualità dei prodotti ed estendersi anche alla scuola che può svolgere, fin dall’infanzia, una funzione fondamentale nella formazione delle abitudini alimentari” ha ricordato Giuseppe Mele, presidente di Paidòss.