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La tecnologia al servizio del bambino. I videogiochi non solo si possono usare a scopo ludico, ma anche a sostegno e aiuto alla riabilitazione pediatrica. L’iniziativa prende vita a Milano presso l’Irccs S. Maria Nascente della Fondazione Don Gnocchi, dove è stato inaugurato CareLab, il laboratorio per la riabilitazione assistita al computer.
Che cos’è il CareLab
Il CareLab è un laboratorio suddiviso in tre parti – spiega Ivana Olivieri, neuropsichiatra, responsabile del progetto -. Una prima parte è già operativa, dove utilizziamo un sistema di realtà virtuale chiamato VRRS Khimeya, le cui potenzialità sono sfruttate nei processi riabilitativi che interessano bimbi affetti da emiparesi congenita. Il tipo di gioco utilizzato è quello concepito per la riabilitazione dell’arto superiore – precisa Olivieri -. L’area più ampia del laboratorio, comunque, è quella che ospita lo strumento più innovativo: la piattaforma Vitamin (Virtual Reality Platform For Motor Cognitive Rehabilitation): un software, pensato per la riabilitazione dei disturbi motori e cognitivi nei bambini, ancora in fase di ottimizzazione”.
Interventi personalizzati
Questi strumenti high tech devono consentire un maggior coinvolgimento dei piccoli pazienti, fornendo un’esperienza ludica che si avvicini alla loro quotidianità, senza trascurare un uso attento e controllato della tecnologia. Importante anche la figura dell’operatore che si trova nella condizione di poter scegliere dei percorsi riabilitativi improntati sulle esigenze del singolo paziente e quindi sempre più personalizzati. L’impiego della tecnologia consente, infatti, di raccogliere dati e misurare in maniera quantitativa l’attività svolta dal paziente.
Tutto il buono dei videogiochi
“L’idea è quella di sfruttare le potenzialità e gli aspetti positivi dei videogiochi, quali la grafica e l’obiettivo del punteggio, a scopi riabilitativi – spiega ancora Ivana Olivieri -. I videogiochi standard non sono concepiti a scopi riabilitativi. Partendo dall’obiettivo riabilitativo e basandoci sulle indicazioni fornite dall’operatore responsabile della riabilitazione – sottolinea – sviluppiamo videogiochi che siano accattivanti e coinvolgenti da un punto di vista visivo ma, nel contempo che non distolgano completamente dalla realtà il piccolo paziente”.
Presto esteso a nuovi disturbi
I ricercatori che lavorano al progetto hanno in programma di estendere il loro intervento ad altri disturbi motori, come quelli che interessano gli arti inferiori, ai disturbi cognitivi e neuropsicologici, come i deficit cognitivi lievi e i disturbi dell’attenzione. “A oggi disponiamo di giochi destinati alla riabilitazione prevalentemente di tipo motorio, in particolare per quanto concerne la mobilità degli arti superiori. Nel corso del 2016 – conclude la neuropsichiatra – svilupperemo nuovi videogiochi che ci consentiranno di rispondere a sempre più numerose esigenze riabilitative”.