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Fino ai quattro anni è normale che il bimbo faccia la pipì a letto. I genitori, quindi, non devono preoccuparsi eccessivamente. Se, invece, il fenomeno persiste oltre i cinque-sei anni si parla di enuresi notturna, un problema che richiede la valutazione del pediatra. Si tratta di una situazione più comune di quanto si pensi: riguarda un bambino su sei. Purtroppo, però, spesso mamma e papà fanno finta di nulla perché si vergognano. Lo rivelano gli esperti riuniti in occasione del Congresso nazionale del Sindacato medici pediatri di famiglia (Simpef), tenutosi recentemente a Milano.
Il 15% dei maschietti fra i 6 e gli 8 anni
Nei mesi scorsi la Simpef ha condotto un’indagine fra le famiglie di 2.166 bambini lombardi di età compresa tra i sei e gli otto anni. È emerso che il 15% dei bimbi (uno ogni sei appunto) soffre di enuresi notturna. Il sesso più colpito è quello maschile. Dei 335 bimbi con il disturbo, 150 soffrono di una condizione “severa”, ossia fanno la pipì a letto almeno tre volte a settimana. Nel 2% dei casi, inoltre, il problema perdura fino all’adolescenza.
I genitori si vergognano
Molti genitori hanno timore di parlare del problema del figlio o lo sottovalutano, così non ne informano il pediatra. Spesso, poi, lo considerano un disturbo esclusivamente psicologico, quando invece è il contrario. Fare pipì a letto, infatti, è per lo più provocato da problemi fisici, ma causa importanti ripercussioni a livello psichico, come insicurezza nell’età adolescenziale. Inoltre, occorre considerare che l’ex bambino malato di enuresi rischia l’incontinenza da adulto.
Le cure ci sono
L’enuresi notturna è un problema fisico. Le cause variano da caso a caso. Talvolta, la colpa è delle dimensioni della vescica, altre di variazioni ormonali. In ogni caso, la malattia può essere curata con farmaci o accortezze specifiche. Per esempio, sarebbe bene evitare di far bere al bambino il latte prima di andare a dormire, non solo perché è un liquido ma anche perché contiene il calcio che favorisce un aumento della produzione di pipì. No anche a offrire alimenti grassi e salati a cena, come patatine e salumi, perché inducono a bere molto.