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Tutti i genitori di bambini che devono sottoporsi a un esame come Tac o una radiografia se lo chiedono. È risaputo, infatti, che l’esposizione alle radiazioni può comportare effetti nocivi per la salute. In realtà, non esistono dati certi sugli effetti di queste tecniche diagnostiche in età pediatrica.
Sono impiegate per le Tac
Ogni anno, oltre alle normali radiografie, in Italia vengono eseguite circa sette milioni di Tac, di cui 180 mila in bambini in età pediatrica. Si tratta di una tecnica diagnostica che si basa sull’uso di raggi X e che viene impiegata in casi diversi. Da tempo, è accertato che le radiazioni sono un fattore di rischio molto importante per diverse malattie, inclusi i tumori. Non è certo, però, se anche la quantità usata per gli esami sia pericolosa.
I risultati degli studi sono controversi
Negli ultimi anni sono stati pubblicati diversi studi secondo cui i bambini e gli adolescenti sottoposti a Tac hanno un rischio maggiore di tumori. Uno di quelli che ha suscitato più clamore è stato condotto recentemente da un gruppo di ricercatori americani, i quali sono giunti alla conclusione che i quattro milioni circa di esami compiuti ogni anno in età pediatrica negli Stati Uniti potrebbero tradursi in un aumento di 4.870 nuovi futuri tumori.
Si parla solo di probabilità
In realtà, secondo gli esperti italiani non bisogna essere eccessivamente allarmistici. “Non è mai possibile fornire un dato certo di rischio di induzione di tumore, bensì solo una stima dell’aumento della probabilità di incidenza rispetto a quella naturale. Infatti la dose che un paziente assorbe durante un esame è molto variabile e dipende da diversi parametri, alcuni tecnologici, altri anatomici (come età del paziente, peso, altezza e distretto anatomico esaminato) per cui la stima della dose efficace per singolo paziente non può che essere personalizzata” ha affermato Sabina Strocchi, membro del comitato direttivo Aifm (Associazione italiana di fisica medica) Lombardia.
I consigli degli esperti
Alla luce di tutto ciò, i medici consigliano di eseguire esami che prevedono radiazioni solo quando i benefici superano i rischi e non è possibile ricorrere a metodiche alternative, come l’ecografia. Inoltre, invitano i tecnici a indirizzare le radiazioni solo sulla parte da esaminare e a utilizzare la quantità minima necessaria, tenendo conto anche del peso e dell’altezza del bambino.