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Il bambino fa ancora la pipì a letto? L’enuresi notturna colpisce in Italia ben un piccolo su 5 e riguarda quasi due milioni di italiani: 1,2 sono bambini. Inevitabili le ripercussioni psicologiche, fondamentale la diagnosi precoce. Nonostante la diffusione elevata, tuttavia, il problema della pipì a letto è sottostimato.
I fattori all’origine
L’enuresi è determinata da una triade di fattori: la carenza dell’ormone antidiuretico (Adh), l’iperattività del muscolo detrusore della vescica e la difficoltà nel risveglio. L’approccio al problema può essere esemplificato in tre fasi: togliendo al bambino il senso di colpa, spiegandogli che si tratta di una condizione frequente ed esprimendogli comprensione nei confronti del suo disagio, parlando del problema con il pediatra.
Attenzione dopo i 5 anni
Le forme non complicate (in cui l’unico sintomo è legato alla perdita notturna di pipì) devono essere trattate dal pediatra, mentre i casi complessi meritano di essere posti all’attenzione dell’urologo pediatra. La soglia dei 5 anni è determinante, perché prima non può essere formulata una diagnosi di enuresi: se oltre questa età gli episodi si ripetono con discreta frequenza, accompagnati da poche richieste da parte del bambino di urinare durante il giorno, è bene approfondire la questione
Gli esami da fare
Dopo i 5 anni il pediatra può prescrivere degli accertamenti. In genere: esami del sangue (per esempio il dosaggio di zucchero nel sangue, in quanto il diabete è una delle cause principali di enuresi), valutazioni urologiche (alcune infezioni delle vie urinarie e una malattia chiamata “reflusso vescico-ureterale” possono causare un controllo inadeguato degli sfinteri) e neurologiche.
I farmaci da prendere
Quando il bambino fa ancora la pipì a letto si ricorre anche a una terapia farmacologica a base di desmopressina, una molecola che incrementa l’attività antidiuretica. Si assume sotto la lingua e nelle due ore precedenti occorre limitare al minimo l’introduzione di liquidi. La terapia va seguita per almeno due mesi e poi ridotta in maniera graduale, fino alla sospensione.