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Le liti famigliari hanno conseguenze peggiori delle azioni vere e proprie di bullismo tra coetanei. E quando a litigare sono i fratelli la situazione diventa ancora più insostenibile per le conseguenze sulla psiche del più debole. A sostenerlo è uno studio di psicologi e sociologi dell’Università del New Hampshire di Durham (Usa), pubblicato sulla rivista scientifica Pediatrics, che spiega il perché gli scontri fisici e psicologici tra fratelli abbiano conseguenze analoghe, se non addirittura maggiori, a quelle del bullismo fra coetanei. Prima di giungere a questa conclusione gli studiosi hanno sottoposto un questionario a 3.600 adolescenti e genitori di bambini più piccoli, per valutare la frequenza degli episodi di violenza tra fratelli e le loro conseguenze nei mesi successivi.
Vittime stressate e indifese
Secondo i dati raccolti è risultato che nel 32% dei casi si sono verificati delle liti importanti con un crescendo di intensità e frequenza via via che i ragazzi si avvicinano all’adolescenza. Inoltre, lo stress psicologico mostrato da chi nei diverbi costituiva la parte più debole è analogo a quello che si riscontra nelle vittime di bullismo.
Maggiore attenzione da parte dei genitori
Secondo i ricercatori dell’Università del New Hampshire di Durham i genitori tendono a sottovalutare la frequenza e la gravità di questi episodi, che spesso sono considerati addirittura positivi per la formazione del carattere, perché aiuterebbero i bambini a gestire meglio i conflitti fra pari. Spiega invece Anna Oliverio Ferraris, psicologa dell’età evolutiva alla Sapienza di Roma che “se i dissidi sono frequenti e importanti, le conseguenze possono essere persino peggiori di quelle che si hanno nello scontro fra coetanei, perché viene tradita la fiducia in un familiare, dal quale ci si aspetterebbe affetto e protezione”. I genitori, quindi, e anche gli educatori dovrebbero prendere coscienza del problema, e non sottovalutarlo.