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Fin dai primi mesi di vita è possibile capire se un bambino sarà bravo in matematica. Lo stabilisce uno studio del Duke Institute for Brain Sciences (Usa), secondo cui il senso dei numeri è innato e non si acquisisce con l’allenamento come invece sostenuto da altre ricerche. La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Pnas, è stata condotta dalla psicologa e neuroscienziata Elizabeth Brannon.
Una virtù innata
Secondo la specialista, i bambini nascono con un “senso primitivo dei numeri”: coloro che possiedono questa virtù innata, già a 6 mesi sono in grado di riconoscere, tra due insiemi di oggetti contenenti un numero di elementi diversi, quello più numeroso. Il cosiddetto “senso primitivo dei numeri” (o “approximate number system”) è quello che consente alle persone di stimare, a colpo d’occhio, i posti liberi di un teatro o le persone presenti in una piazza e che li predispone a ottenere migliori risultati in matematica. E, a quanto pare, non ha limiti di genere.
Test sui bambini di 6 mesi e 4 anni
I ricercatori hanno sottoposto bambini tra 6 mesi e 4 anni di età a test e giochi di matematica. Il primo esperimento consisteva nel mostrare ai piccoli di 6 mesi 2 monitor: sul primo, erano proiettati insiemi di elementi numericamente equivalenti, mentre nel secondo il numero degli elementi variava. Gli scienziati hanno notato che alcuni bambini si soffermavano di più sul monitor con gli insiemi che variavano. Gli stessi sono stati sottoposti ad altri studi 3 anni più tardi: è emerso che coloro che avevano ottenuto i punteggi più alti nel primo test avevano sviluppato un senso primitivo dei numeri più spiccato e una maggiore predisposizione naturale per la matematica.