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Fino a qualche anno fa, i bambini che soffrivano di malattie croniche erano tenuti sotto una campana di vetro. La loro fragilità induceva genitori, ma anche medici, a pensare che il modo migliore per proteggerli fosse tenerli il più possibile a casa, a riposo, lontano da possibili pericoli. E, invece, recentemente ci si è resi conto che la cosa più utile è permettere loro di vivere una vita il più normale possibile. Anche per quanto riguarda l’attività fisica. La conferma arriva dalla Società italiana di pediatria (Sip), che ha realizzato una guida per aiutare bambini e famigliari a scegliere lo sport più indicato in relazione alla problematica presente.
Benefici per il corpo e per la mente
I bambini che soffrono di malattie croniche possono trarre grandi vantaggi dalla pratica di uno sport, sia sul piano fisico sia su quello mentale. “Lo sport aumenta agilità, resistenza, forza e di conseguenza migliora l’autostima, l’apprendimento e riduce l’ansia per la prestazione, favorisce la socializzazione, abitua al rispetto delle regole” ha spiegato il presidente della Sip, Giovanni Corsello.
A ciascuno il suo sport
Per non vanificare gli effetti benefici, però, è importante che l’attività fisica sia calibrata in base all’età, al grado di allenamento, ai gusti, alle condizioni fisiche e alla malattia del bambino. Per esempio, in caso di asma è perfetto il nuoto, che migliora la respirazione. Sono da evitare invece quelle discipline che comportano l’esposizione ad aria fredda e secca oppure che richiedono la permanenza in luoghi inquinati, come la corsa in città. In caso contrario, il ruolo protettivo nei confronti delle crisi asmatiche viene meno. Anzi, c’è il rischio di un peggioramento dei sintomi. Chi soffre di diabete, invece, può praticare qualsiasi attività, purché rinunci a quelle più estreme, come l’arrampicata. Quasi tutti i tipi di movimento, infatti, aiutano a raggiungere un migliore compenso metabolico. Bisogna, però, imparare a misurare sempre la glicemia prima e dopo l’allenamento e a conoscere le reazioni del proprio corpo, così da prevenire eventuali crisi ipoglicemiche.
In caso di disturbo da deficit di attenzione
L’attività fisica può essere di grande aiuto anche in presenza di malattie croniche che coinvolgono pure la sfera psichica, come il disturbo da deficit di attenzione o Adhd. Infatti, il movimento riduce l’ansia e la depressione provate dal bambino, aiuta a tenere a bada gli atteggiamenti compulsivi, abbassa lo stato di agitazione e favorisce l’apprendimento. Purché si scelgano attività che tengono sempre in movimento come il calcio (), evitando quelli che prevedono lunghi momenti di inattività.