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Che succede se i ragazzini che frequentano elementari e medie si rivolgono ai genitori per un aiuto nel fare i compiti di matematica e questi ultimi proprio non sono a loro agio con la materia? Non tutti gli adulti, infatti, sono portati per la matematica, molti diventano ansiosi e stressati nell’affrontare anche semplici compitini di aritmetica e ciò si traduce in un peggioramento del rendimento dei figli nella materia.
Compiti senza ansia
Uno studio, realizzato dai ricercatori dell’Università di Chicago e pubblicato sulla rivista Science, ha cercato di capire come risolvere il problema, mettendo studenti e familiari in condizione di affrontare e risolvere insieme senza ansia i compiti assegnati da maestre e professori. Un aspetto importante è risultato essere l’attitudine dei genitori nei confronti della matematica per far ottenere buoni risultati scolastici ai figli. Secondo i ricercatori, i genitori che hanno problemi con l’aritmetica o la geometria sono probabilmente meno propensi ad aiutare a casa i figli a risolvere quesiti e problemi e questo si ripercuote sui bambini che avranno meno dimestichezza con la materia.
Un’app risolve il problema
Nello studio sono stati coinvolti 587 studenti e i loro genitori, ai quali è stato assegnato un iPad con installata Bedtime Math, un’app che racconta la matematica sotto forma di storielle e mette in relazione genitori e figli nel risolvere semplici quesiti. A un gruppo di controllo è stato, invece, dato un tablet con un’app simile ma che non trattava di matematica. Il livello di conoscenza della materia è stato, quindi, valutato nei ragazzi all’inizio e alla fine dell’anno scolastico, mentre ai genitori è stato chiesto di compilare un questionario riguardante il loro feeling con la disciplina scolastica. Le performance (voti più alti a scuola) sono risultate migliori proprio in chi impiegava l’app Bedtime Math con più frequenza. Anche i ragazzi che l’hanno usata solo una volta alla settimana hanno avuto un miglioramento nei voti in matematica. L’effetto più evidente dell’applicazione, però, è stato registrato quando a usarla insieme ai bambini sono stati i genitori, soprattutto quelli inizialmente più ansiosi e a disagio con la materia.