Inquinamento: danneggia il cervello dei bambini?

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 20/04/2015 Aggiornato il 20/04/2015

I bambini maggiormente esposti all’inquinamento avrebbero uno sviluppo cognitivo più rallentato degli altri. Ecco perché

Inquinamento: danneggia il cervello dei bambini?

Sul fatto che l’inquinamento sia nocivo a più livelli ormai non c’è più alcun dubbio. È stato provato da vari studi che le sostanze inquinanti mettono a dura prova non solo i polmoni, ma anche l’apparato cardiocircolatorio, la pelle e gli occhi. Pare addirittura che possa favorire l’autismo. Secondo una nuova ricerca, potrebbero addirittura influire negativamente sullo sviluppo del cervello dei bambini. Ecco in che modo.

Studiati quasi 3.000 bambini

Lo studio è stato condotto da un team di ricercatori spagnoli, del Centre for Research in Environmental Epidemiology (CREAL) di Barcellona, e pubblicato sulla rivista PLoS Medicine. Complessivamente, ha riguardato 2.715 alunni delle scuole elementari, di età compresa fra i 7 e i 10 anni. Tutti, nell’arco di un anno, sono stati invitati a effettuare per quattro volte (ogni tre mesi circa) una serie di test cognitivi, in grado di valutarne l’attenzione, la concentrazione e la memoria di lavoro. Non solo. Gli autori hanno misurato per due settimane all’anno, una nei mesi freddi e una nei mesi caldi, la qualità dell’aria degli ambienti in cui trascorrevano gran parte del loro tempo. In particolare, hanno verificato il livello di inquinamento (misurando la concentrazione di polveri sottili, carbonio e biossido di azoto) delle aule e dei giardini delle scuole. Lo scopo era capire se fra sviluppo intellettivo ed esposizioni a sostanze inquinanti vi fosse una qualche correlazione.

La memoria diminuisce all’aumentare dello smog

Dall’analisi dei risultati, è emerso che la qualità dell’aria può incidere sulle facoltà cognitive dei bambini. Infatti, gli alunni che frequentavano una scuola situata in aree molto trafficate, in cui il livello di inquinamento era elevato sia in aula sia fuori, presentavano uno sviluppo intellettivo più lento degli altri. Più precisamente, si è visto che le prestazioni legate alla memoria di lavoro, in un anno, sono migliorate del 7,5% negli studenti più esposti all’inquinamento e dell’11,5% nei bambini delle scuole con un’aria più “pura”. Questa differenza si è registrata anche per quanto riguarda le prestazioni cognitive nel loro insieme e non aveva alcun legame con la classe socioeconomica cui appartenevano i partecipanti.

Lotta all’inquinamento

In effetti, occorre sapere che il cervello si sviluppa fino all’adolescenza. In particolare, le funzioni esecutive e cognitive si affinano molto proprio tra i 6 e i 10 anni. Qualsiasi fattore esterno può incidere su questo sviluppo. L’inquinamento e lo smog sembrano essere due di questi. Cosa si può fare dunque per tutelare i bambini? «Ovviamente non si possono spostare interi quartieri, ma bisogna informare cittadini, istituzioni ed enti locali, coinvolgendo il maggior numero di persone possibile nella pianificazione urbana e di interventi di prevenzione, cura del territorio e sostenibilità di lungo termine attraverso l’approccio basato sulla comunità» risponde Roberto Lucchini, docente di Medicina del Lavoro alla facoltà di Medicina dell’Università di Brescia e alla Mount Sinai School of Medicine di New York.

 

 
 
 

da sapere

 

CHE COSA PUÒ FARE IL SINGOLO

Per diminuire il livello di inquinamento servono decisioni, interventi e riorganizzazioni “dall’alto”. Anche il singolo però può fare qualcosa. L’ideale sarebbe abbassare di un solo grado il riscaldamento domestico, limitare allo stretto necessario l’uso dell’automobile e privilegiare, dove possibile, l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili. Per tutelare la propria salute può essere utile ricorrere alle mascherine nelle aree fortemente industrializzate.

 

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