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Il mal di schiena nei bambini colpisce sempre di più, sempre più precocemente e anche in modo intenso. E se la colpa è da attribuire in larga parte alla postura china su tablet e pc, fare sport in modo regolare può ridurre davvero il rischio di sviluppare lombalgie.
Tanta sedentarietà
Sempre più spesso i bambini iniziano a soffrire di mal di schiena intorno agli 11 anni e la colpa è di abitudini scorrette, mancanza di sport e passatempi sedentari anche negli anni precedenti: in Italia molti bambini praticano sport solo un’ora a settimana, la maggior parte ha la televisione in camera, in molti passano più di due ore al giorno davanti a tv e videogiochi. Questo è un fattore di rischio per il mal di schiena: i bambini aumentano di peso, si muovono di meno, fanno meno attività sportiva e poi arriva il dolore.
Poco sport
Se si vuole prevenire il mal di schiena nei bambini, è importante innanzitutto ridurre l’utilizzo giornaliero di tablet, smartphone e videogames. L’ideale sarebbe praticare almeno un’ora di attività fisica ogni giorno, sport, gioco all’aria aperta, corsa o passeggiata. Lo sport aiuta a contrastare sedentarietà e cattive abitudini posturali.
Iniziare presto
Si deve iniziare già dai 6 anni, preferibilmente sport individuali, come arti marziali e nuoto, perché il bambino inizia ad avere consapevolezza del proprio corpo, poi dagli 8 ai 12 anni può passare a uno sport di squadra. Poi per il mal di schiena ci sono alcuni sport più indicati di altri. L’equitazione, per esempio, migliora la postura e l’equilibrio, a differenza del nuoto, della danza classica o del tennis.
Un aiuto dall’osteopata
Nel caso in cui i primi dolori e fastidi alla schiena siano già insorti, ci si può rivolgere all’osteopata, che fa una prima valutazione clinica generale: verifica l’armonia della colonna vertebrale, l’appoggio podalico, la masticazione, il sovrappeso, l’aspetto psicologico, perché la postura risente delle emozioni. Laddove si riscontrano dei problemi, dei paramorfismi o dimorfismi, scoliosi già strutturate o ipercifosi, si invia il bambino da uno specialista ortopedico.