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La somministrazione dei farmaci a scuola è uno dei problemi che i genitori dei bambini che necessitano di cure costanti, anche in orario scolastico, conoscono bene. Per anni, le famiglie si sono dovute battere per vedere garantiti dalle istituzioni il diritto all’istruzione, alla salute e alla sicurezza degli studenti. Ora finalmente si cambia. Il Comitato Paritetico nazionale ha terminato e approvato il tanto atteso documento finale sulle “Linee Guida in materia di somministrazione dei farmaci a scuola”, il cui iter aveva subito una battuta d’arresto lo scorso settembre.
La procedura attuale
In materia di somministrazione dei farmaci in ambito scolastico, fino a oggi le Regioni hanno fatto riferimento all’unica normativa esistente, cioè le Raccomandazioni contenute nel documento interministeriale (MIUR e ministero Salute) del 2005. Queste lasciano il compito ai genitori di inoltrare una richiesta al dirigente scolastico, assieme alla prescrizione del medico curante. Il preside verifica la disponibilità di docenti o personale ATA, e l’esistenza di locali idonei alla conservazione dei medicinali. La somministrazione dei farmaci avviene in base alle certificazioni rilasciate dal medico e non richiede competenze specifiche. In assenza di disponibilità, il dirigente può stipulare accordi e convenzioni con altri soggetti istituzionali del territorio. In caso d’urgenza è comunque obbligatorio rivolgersi al Servizio di emergenza 112/118.
Un comitato ad hoc
Le Raccomandazioni del 2005, però, non danno una risposta a tutte le situazioni e non hanno forza vincolante, dato che sono solo orientamenti. “Il lavoro del Comitato è nato proprio in risposta a bisogni non soddisfatti dalle Raccomandazioni del 2005 – spiega la professoressa Speranzina Ferrar, coordinatrice -. Nelle nuove Linee guida sono, infatti, tracciati percorsi operativi per intervenire sia nei casi in cui occorre dare continuità alla terapia sia in quelli di emergenza”. Il Comitato paritetico nazionale è stato istituito nel 2012 tra ministeri dell’Istruzione e della Salute, Conferenza unificata Stato-Regioni, Istat ed esperti delle tre patologie a maggior impatto epidemiologico nella popolazione pediatrica italiana, e cioè asma e allergie, diabete ed epilessia.
Che cosa cambia
La famiglia si rivolgerà al proprio medico curante che elaborerà un Piano terapeutico individuale. Assieme alla certificazione della diagnosi, sarà presentato al dirigente scolastico per richiedere l’assistenza. La scuola, però, non sarà più sola. Il preside sarà, infatti, affiancato da un Gruppo di coordinamento formato dalla famiglia, l’Asl, il Comune, e associazioni ed enti di utilità sociale. “Sarà una presa in carico integrata da parte di tutti i sistemi che si occupano dei minori – conclude Ferraro – sia in termine di prevenzione, sia di assistenza, di cura e di crescita”.