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Sono sempre più numerosi i bambini e i giovani adulti che soffrono di diabete di tipo 1. Ha fatto il punto della situazione lo studio Teens, la più grande ricerca internazionale mai condotta su giovani diabetici nella vita reale, i cui risultati sono stati resi noti in occasione dell’annuale congresso dell’American Diabetes Association.
Sotto esami anche gli italiani
Quasi 6.000 i bambini, gli adolescenti e i giovani adulti di venti nazioni coinvolti in questa indagine; molti anche gli italiani, poco più di mille pazienti in oltre venti centri distribuiti in tutta la penisola. La popolazione studiata è stata suddivisa in tre fasce d’età: da 8 a 12 anni, da 13 a 18 anni e da 19 a 25 anni.
I risultati dell’indagine
Purtroppo la situazione è abbastanza preoccupante: un primo dato emerso dalla ricerca è che il controllo della malattia non è per niente soddisfacente. Il 70% circa dei pazienti con diabete non raggiunge l’obiettivo terapeutico, rappresentato da un livello di emoglobina glicata inferiore al 7,5% per i giovani di meno di 18 anni. I livelli di emoglobina glicata nel sangue si mantenevano al di sopra del valore raccomandato nella maggior parte dei giovani in tutte e tre le fasce d’età considerate, anche se i bambini della fascia 8-12 anni sono quelli che tendono ad avere un miglior controllo metabolico, probabilmente perché supervisionati dai genitori.
Migliorare la qualità della vita
I ricercatori hanno provato anche ad analizzare i fattori che potrebbero migliorare la situazione. Tra questi le possibilità economiche delle famiglie, importanti per la minor durata della malattia e della terapia. Un miglior controllo si correla anche a un maggior coinvolgimento dei genitori nella terapia e all’assenza di conflitti familiari riconducibili al diabete.
Il ruolo della famiglia
Per quanto riguarda il ruolo della famiglia per migliorare la qualità della vita dei bambini con il diabete, la prima cosa, la più importante di tutti, consiste nel non vergognarsi della malattia del bambino e non creargli imbarazzo. Cercare di viverla con naturalezza, facendo di tutto perché abbia una vita normale, vuol dire aiutarlo a un controllo quasi fisiologico ideale.