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Calcio che passione! Anche da piccoli il gioco del pallone sui campi verdi è una passione che si rincorre con entusiasmo e partecipazione. Ma gli esperti invitano alla cautela perché, seppur amatissimo dalla grande maggioranza dei bambini, il gioco del calcio può rivelarsi pericoloso per il rischio di ripetuti traumi al cranio dovuti ai colpi di testa, ma soprattutto, ai momenti di contrasto durante il gioco. A lanciare l’allarme è uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Jama Pediatrics.
Un gioco di contatto
I ricercatori, guidati da R. Alba Comstock della Colorado School of Public Health e della University of Colorado (Usa), hanno analizzato i dati raccolti dal 2005 al 2014 su un ampio campione di ragazzi delle scuole superiori americane. Analizzando i calciatori delle squadre maschili e femminili, gli studiosi hanno riscontrato nel calcio maschile 332 traumi rispetto a circa 1,6 milioni esposizioni (vale a dire “occasioni” in una partita 11 più 11), pari a 3 traumi su 10.000, dovuti a colpi alla testa. La cifra era ancora più alta nel calcio femminile, con un tasso di 4,5 traumi su 10.000 provocati da colpi di testa.
Problemi di memoria
Lo studio ha evidenziato anche che, sia per i ragazzi (68,8%) sia per le ragazze (51,3%), il contatto giocatore-giocatore era la causa di trauma più comune e che, proprio a seguito di ripetuti colpi alla testa, i ragazzi che avevano iniziato a giocare prima dei 12 anni, potevano avere più probabilità di problemi di memoria da adulti.
Casco: sì o no?
Ridimensiona la situazione Attilio Turchetta, responsabile di Medicina dello Sport dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma: “Dai dati in nostro possesso possiamo affermare che le probabilità di traumi (e di conseguenze nel lungo periodo) nel gioco del calcio non è molto diversa da quella che si può verificare in un altro gioco spontaneo tra i bambini o in altri sport come, per esempio, i tuffi. Del resto – prosegue lo specialista – i traumi cranici che si possono verificare durante una partita di pallone non sono necessariamente gravi; anzi, spesso non sono nulla di più di una semplice contusione. No al casco, dunque, altrimenti sarebbe un altro sport”. E quindi, cautela, sì, ma senza esagerare. E soprattutto senza privare i nostri bambini dal piacere di tirare due calci a un pallone.