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Il bullismo è la nuova piaga sociale e colpisce già alle scuole primarie, per poi arrivare a manifestarsi in modo conclamato sia alle medie, sia alle superiori. Oggi il fenomeno del bullismo assume contorni ancora più preoccupanti, poiché si veicola e si esprime anche attraverso il web, tanto che si parla di cyberbullismo come di un’emergenza vera e propria.
Casi raddoppiati
In base a un rapporto di Telefono Azzurro i casi di bullismo sono raddoppiati negli ultimi due anni. Ma sono, per fortuna, aumentate anche la consapevolezza di questo problema e le denunce. Merito di un approccio differente al problema e di un lavoro capillare nelle scuole.
Il vademecum di pediatri e polizia
Ma come capire se un bambino o un ragazzo sono vittime di bullismo? E, soprattutto, come intervenire in modo efficace e corretto? Per rispondere a tali quesiti, la Società italiana pediatria, insieme alla Polizia di Stato e a Facebook, ha elaborato un vero e proprio vademecum.
Il dialogo
Il primo consiglio resta sempre quello di favorire più possibile un dialogo sincero con i propri figli. Perché ciò sia possibile, è necessario che si instauri un clima di fiducia reciproca.
Una rete capillare
I genitori da soli non possono risolvere un problema di bullismo. Occorre, infatti, che si crei e si mantenga una rete solida di rapporti tra ragazzi, scuola e relazioni extra-scolastiche. In questo modo, coinvolgendo anche insegnanti e pediatri, si riuscirà a esercitare un controllo costruttivo e risolutivo sul fenomeno.
Prevenzione
Sia i bulli, sia le vittime hanno un tratto in comune. Ovvero, sono entrambi poco integrati nel contesto relazionale e sociale. Per questo, è molto importante anche la prevenzione vista come integrazione e partecipazione.
Fattori di rischio
Purtroppo, esistono variabili di rischio che espongono a maggiori probabilità di essere vittima del bullismo. Tra queste, ricordiamo: aspetto fisico, disabilità, orientamento sessuale.
I primi campanelli d’allarme
Che cosa deve, dunque, insospettire un genitore? Alcuni segnali sono emblematici: cambiamento delle abitudini dell’adolescente (o del bambino), inappetenza, insonnia, isolamento sociale.