Sbagliare è semplice, nonché comune. Un bambino che fa fatica a imparare a leggere, ma che non ha problemi a giocare viene spesso etichettato come pigro e svogliato. In realtà nella maggior parte dei casi soffre di un disturbo dell’apprendimento. Un ragazzo dislessico, infatti, può leggere e scrivere, ma deve impiegare molte energie per farlo bene. È esattamente il contrario di un pigro e di uno svogliato.
Sono quattro: la dislessia, la disgrafia, la discalculia e la disortografia. Gli alunni che frequentano le scuole italiane a cui è stato diagnosticato un disturbo specifico dell’apprendimento sono il 4,9% del totale, una percentuale che corrisponde a 3 milioni circa di persone. Il disturbo più diffuso è la dislessia con il 39,6% del totale, seguita dalla disortografia con il 21,5%, discalculia e di disgrafia, rispettivamente con il 20,3% e il 18,6% del totale. Gli alunni con dislessia rappresentano il 3,2% del numero complessivo degli alunni delle scuole primarie e secondarie, quelli con disgrafia l’1,5%, gli alunni con disortografia l’1,7% e gli alunni con discalculia l’1,6%. In Italia gli studenti universitari con dislessia sino 20mila.
A oggi non è ancora stata identificata una causa precisa che le determini. Non bisogna considerarle, però, come malattie perché non sono provocate da danni organici né dipendono da deficit neurologici o intellettivi o da problemi psicologici o ambientali. Sono delle neuro-diversità, cioè delle diverse modalità di funzionamento delle reti neuronali coinvolte nei processi di lettura, scrittura e calcolo.
I disturbi specifici dell’apprendimento possono avere un impatto negativo sul percorso scolastico e lavorativo, se le difficoltà non vengono compensate attraverso strategie e strumenti adeguati al proprio stile di apprendimento. Grazie ai contributi della ricerca scientifica e all’applicazione di strategie didattiche inclusive, negli ultimi decenni sono stati fatti importanti progressi nella gestione dei Dsa. Però bisogna continuare nell’azione di divulgazione per consentire alle persone con queste neuro-diversità di far emergere a pieno il proprio potenziale.
Non essendo malattie, i disturbi dell’apprendimento non si curano e non si risolvono ma nel tempo si possono brillantemente compensare le difficoltà. Le persone con dislessia hanno difficoltà a decodificare testi, quindi la lettura per loro è più lenta, meno corretta delle aspettative in base all’età o alla classe frequentata. Quelle con disortografia hanno difficoltà nella competenza ortografica e nella competenza fonografica (la capacità di far corrispondere correttamente i segni ai suoni o viceversa). Le persone con disgrafia hanno una difficoltà nell’abilità motoria della scrittura. Infine, i discalculici hanno una difficoltà nel comprendere e operare con i numeri. I Dsa possono comparire insieme oltre che isolatamente, e possono accompagnarsi a un disturbo dell’attenzione.
Fonti / Bibliografia
- Disturbi dell'apprendimento: specifici e non specifici - ISSaluteI disturbi dell'apprendimento possono essere specifici e non specifici. Nella prima categoria rientrano difficoltà a imparare a leggere, scrivere e calcolare, nella seconda difficoltà ad acquisire nuove conoscenze in più ambiti