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Le nuove generazioni sono a rischio di non sviluppare bene l’intelligenza motoria, con pesanti conseguenze da adulti: a sostenerlo è uno studio britannico pubblicato sul British Medical Journal of Sports Medicine secondo cui i maschi passano dall’effettuare mediamente 75 minuti al giorno di sport e movimento fisico a 7 anni ai 51 minuti a 15 anni, mentre le femmine passano da 63 a 41 minuti. Anche l’American Academy of Pediatrics lancia l’allarme: i bambini giocano troppo poco, non giocano all’aperto e prediligono piuttosto intrattenersi con i dispositivi digitali.
Dai 7 ai 15 anni
Per giungere ai loro risultati i ricercatori inglesi hanno monitorato l’esercizio fisico svolto da 400 tra bambini e adolescenti fra i 7 ed i 15 anni applicando loro un sensore in grado di registrare il tempo dedicato da ciascun soggetto al movimento e allo sport (attività quotidiane, gioco o esercizio fisico organizzato) nell’arco delle 24 ore.
E nel nostro Paese?
Come spiega Francesco Confalonieri, medico dello sport del Centro Medico Santagostino, “in Italia, data la nostra organizzazione scolastica, i dati relativi al movimento dei bambini risulterebbero probabilmente ancora inferiori”.
Servono almeno due ore al giorno
La fase per lo sviluppo della cosiddetta “intelligenza motoria” inizia infatti intorno ai 6 anni per terminare tra i 10 e i 12 anni, e un adeguato sviluppo di questa capacità necessita di almeno due ore di movimento quotidiano o di pratica di uno sport: i bambini di oggi, però, non giocano più all’aperto come succedeva fino a qualche anno fa.
Generazione di “deficienti motori”
“Appare chiaro che stiamo purtroppo crescendo una generazione di ‘deficienti motori’, una generazione di persone che in età adulta non sarà in grado di utilizzare in modo adeguato il proprio corpo”.
Spazi dedicati al movimento
Per invertire questa tendenza “è importante – spiega Confalonieri – intervenire a diversi livelli, educando le famiglie italiane a stili di vita attivi, ma anche aumentando nelle nostre città gli spazi dedicati al gioco libero e al movimento”.