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Quasi la totalità degli adolescenti tra i 14 e i 19, per la precisione il 98%, è in possesso di uno smartphone già a partire dai 10 anni d’età. Si abbassa, dunque, l’età dei bambini iperconnessi, dell’uso del primo cellulare, del primo accesso a internet e dell’apertura del primo profilo social: attualmente si aggira intorno ai 9 anni. I dati arrivano da un’indagine effettuata dall’Osservatorio Nazionale adolescenza su un campione di oltre ottomila adolescenti tra gli 11 e i 19 anni di circa 18 regioni.
Qualcuno già a 2 anni
In generale, emerge che molti ragazzi hanno avuto precocemente tra le mani i vari dispositivi tecnologici: 3 adolescenti su 10 hanno, infatti, avuto modo di utilizzare uno smartphone direttamente nella primissima infanzia, già a partire dai due anni di età.
Sui social a 12 anni
Il 77% dei preadolescenti ha almeno un profilo sui social network, percentuale che sale al 95% nel caso degli adolescenti. Il primo profilo è stato aperto intorno ai 12 anni e la maggior parte di loro arriva a gestire in parallelo più profili, fino a 5-6, insieme a 2-3 applicazioni di messaggistica istantanea. Il 69% degli adolescenti ha un profilo su Facebook, il 67% su Instagram, il 66% su YouTube, il 47% su Snapchat, il 22% su Ask, il 16% su Twitter e il 15% su Tumblr. Diverse applicazioni social risultano sconosciute ai genitori, e questo permette ai ragazzi di essere meno controllati.
Nomofobia e vamping
La tendenza che oggi accomuna quasi tutti gli adolescenti è quella di tenere a portata di mano lo smartphone per quasi tutto il giorno, notte compresa. Per molti ragazzi all’idea di essere “tagliati fuori” si scatena una sorta di fobia: si chiama FOMO, dall’inglese Fear of Missing Out (letteralmente, paura di essere tagliato fuori), ed è una nuova patologia legata all’abuso dello smartphone. Si parla invece di nomofobia (no-mobile-phone) quando all’idea di rimanere senza telefono o senza connessione a internet si prova eccessiva paura o terrore, tendenza che accomuna quasi 8 adolescenti su 10 (e questa condizione genera ansia, rabbia e fastidio nella metà dei casi; questo fenomeno è meno diffuso tra i più bambini iperconnessi, che si fermano ancora al 60% e solo il 32% sperimenta alti livelli di ansia e preoccupazione). Sei adolescenti e quattro preadolescenti su dieci, infine, sono vittime del vamping, l’abitudine di trascorrere molte ore notturne sui social media.
Difficoltà di concentrazione
Tutti questi comportamenti, spiegano gli esperti, vanno a influenzare negativamente la qualità e la quantità del sonno e vanno a interferire sulle attività quotidiane dei ragazzi, fino a determinare importanti difficoltà di concentrazione e di attenzione che possono gravare sul rendimento scolastico, favorire l’insorgenza di stati ansiosi e intaccare l’umore.