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L’anoressia colpisce sempre più presto. Secondo stime della Società italiana di medicina dell’adolescenza (Sima), il 40% dei casi di disturbi del comportamento alimentare fanno la loro comparsa tra i 15 e i 19 anni, ma in alcuni casi si evidenziano già a 8-12 anni.
Secondo dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, il disturbo colpisce specialmente il sesso femminile, come tutti i disordini alimentari: nelle ragazzine anoressia e bulimia rappresentano la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali.
Tanti i fattori coinvolti
Numerosi i fattori di rischio implicati nel fenomeno: dagli aspetti familiari (genitori affetti da disturbi psichiatrici) alla familiarità positiva per disturbi affettivi, dalla presenza di episodi depressivi nelle madri fino alla tendenza all’abuso di sostanze.
Quali rischi comporta
La comparsa dell’anoressia in età sempre più precoci comporta alterazioni del ciclo mestruale, ritardo puberale, amenorrea primaria e secondaria.
Fondamentali sono la diagnosi precoce, il ruolo della famiglia, dei pediatri di famiglia e di un team multidisciplinare. I disturbi del comportamento alimentare, in primis l’anoressia, sono patologie croniche ad alto rischio di recidiva: necessitano, dunque, di un attento monitoraggio nel tempo.
Attenzione a questi campanelli d’allarme
Tra i campanelli di allarme da tenere sotto osservazione ricordiamo: preoccupazione eccessiva per il cibo e il peso, dieta esagerata, conto ossessivo delle calorie, abitudine di pesarsi più volte al giorno, sentimenti di colpa e vergogna relativamente all’alimentazione, comportamenti bulimici e/o di eliminazione del cibo, convinzione di essere sovrappeso, pur avendo un peso normale, eccessiva attenzione all’esteriorità, ipersensibilità verso qualsiasi tipo di critica, cambiamenti emotivi (irritabilità, tristezza, ritiro sociale).