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L’asma bronchiale colpisce sempre più persone in tutto il mondo, senza risparmiare l’Italia, da Nord a Sud. La diffusione dell’asma bronchiale, soprattutto tra bambini e adolescenti, è strettamente legata al livello di industrializzazione e conseguente inquinamento atmosferico. I numeri delle stime spaventano: i dati fanno pensare che, entro il 2025, saranno ben 400 milioni a soffrire di asma bronchiale. La ricerca sulla diffusione dell’asma nel nostro Paese è contenuta in un importante documento sull’asma e le allergie pediatriche, redatto dai ricercatori del Gard Italy e pubblicato anche sul sito del ministero della Salute.
I bambini, fascia a rischio di asma
Tra le fasce della popolazione italiana più colpite da asma bronchiale di tipo cronico, vi sono ovviamente i bambini. Proprio questa patologia è, infatti, una delle cause più frequenti sia delle assenze scolastiche prolungate sia dei ricoveri ospedalieri, anche urgenti. L’età considerata più a rischio è quella compresa tra i 2 e i 4 anni.
Un fenomeno diffuso da Nord a Sud
Oltre all’età dei bambini e degli adolescenti considerati, sono state analizzate anche le aree geografiche di maggior diffusione del fenomeno. Il risultato è stato piuttosto trasversale, con numerosi casi sia al Nord sia al Centro-Sud. Però, alcune regioni hanno mostrato picchi abbastanza imprevisti: per esempio, la Liguria e il Sud Italia contano più malati di asma rispetto al resto del Paese (con un’incidenza ben 5 volte maggiore).
Gestire la malattia
Considerato il numero elevato di casi di asma infantile su tutto il territorio nazionale, il documento contiene anche una sezione tutta dedicata al trattamento e alla gestione di questa insidiosa patologia, a partire dalla conoscenza capillare della malattia e dei suoi sintomi, fino ad arrivare all’individuazione del trattamento più efficace, a seconda dell’età e del grado di gravità, nonché alla questione delle frequenti riacutizzazioni.
In breve
FIN DAI PRIMI ANNI DI VITA
Gli esordi delle forme asmatiche si possono manifestare sia nei primi anni di vita del bambino, sia più in là con la crescita. Fondamentale è sempre l’osservazione attenta e meticolosa del bambino, per individuarne sintomi e variabili collegate alla riacutizzazione della patologia.