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Oggi circa il 50-65% dei bambini ricorre all’apparecchio per i denti, uno strumento necessario per risolvere malocclusioni, per raddrizzare la dentatura o per ripristinare un incisivo mai uscito o perso. I denti vanno quindi curati innanzitutto per prevenire danni e dolori, solo in seconda battuta si penserà anche al beneficio estetico. Inoltre i problemi alle ossa del viso possono avere conseguenze come cefalee localizzate oppure difficoltà a mantenere la postura corretta. Un dente storto è spesso più difficile da pulire e un’igiene orale non attenta o precisa è uno dei fattori di rischio di insorgenza delle carie.
Previene e cura i problemi della bocca
L’apparecchio per i denti è utile per prevenire o per risolvere tutta una serie di disturbi causati da malformazioni della bocca (come malocclusione e denti storti) che potrebbero manifestarsi già dall’adolescenza. I problemi più comuni interessano le gengive, la masticazione, la colonna vertebrale, le articolazioni, i muscoli e l’apparato maxillo-facciale (denti, mandibola e mascelle) e possono causare cefalea muscolo-tensiva e mal di collo. In più, i disturbi alla bocca possono peggiorare la durata della dentizione.
La prima visita verso i 4-5 anni
È buona regola iniziare a curare i denti sin da piccoli per una diagnosi precoce del corretto sviluppo e una guarigione più rapida in caso di problemi. La prima visita dentistica andrebbe svolta fra i 4 e i 5 anni, mentre un eventuale apparecchio per i denti può essere messo già intorno ai 6-7 anni, quando sono ancora presenti i denti da latte, di modo che possa agire bene e in fretta sulla conformazione ossea.
Gli esami da fare
Per capire se al bimbo serve l’apparecchio, lo specialista prescrive, dopo aver preso le impronte della bocca, alcuni esami: la radiografia del polso (per sapere a che punto è lo sviluppo osseo), la panoramica dei denti, la teleradiografia (valuta il rapporto tra denti e mascella con il cranio e i tessuti molli) laterale e frontale del cranio, la cefalometria (tracciati che riportano le misure della testa), la rinomanometria (valuta la funzione respiratoria nasale). La respirazione, la fonazione e la masticazione, infatti, devono funzionare al meglio per garantire un corretto sviluppo della bocca. Gli esami fanno riferimento all’Indice Necessità Trattamento Ortodontico, abbreviato in IONT. Si tratta di un sistema di valutazione impiegato dai dentisti e che permette di stabilire un livello di gravità che va da 1 (nessuna necessità di trattamento ortodontico) a 5 (necessità di trattamento). La misurazione ci permette di valutare se il trattamento è necessario per preservare la salute del bambino.
Le malformazioni più comuni
I disturbi della bocca più comuni, per i quali serve l’apparecchio, sono quelli di tipo scheletrico legati ad anomalie della mascella e della mandibola: iposviluppo, ipersviluppo, arretramento e avanzamento. Altre malformazioni riguardano il numero dei denti, come nel caso dell’ipodontia (avere uno o più denti in meno) o dell’iperdontia, che indica la presenza di uno o più denti in eccesso che possono creare affollamento. In più, si possono citare anche il morso profondo (i denti superiori coprono del tutto quelli inferiori) e aperto (un grosso spazio tra i denti anteriori delle due arcate).
Come intervenire
L’apparecchio favorisce la giusta chiusura della mandibola di modo che ci sia anche una corretta pronuncia e masticazione. È importante agire prima che si formino i denti permanenti e prima della fine della maturazione scheletrica del piccolo per influenzare la crescita della conformazione ossea e dei denti stessi.
Ne esistono diversi tipi
Gli apparecchi possono essere funzionali amovibili, cioè mobili, ortopedici a trazione extraorale o fissi. Tutti esercitano una pressione sui denti e/o sulla mascella per mezzo di molle, elastici e attivatori. Alla fine della cura, poi, va messo un apparecchio di contenzione per mantenere i denti dritti.
Di norma, gli apparecchi fissi non provocano dolore, al massimo il piccolo può sentire i denti tirare perché si spostano. In alcuni casi si possono infiammare le mucose, ma applicando la cera ortodontica si ha un po’ di sollievo. Anche quelli funzionali mobili non sono dolorosi, ma serve più collaborazione da parte del bambino (sono ingombranti e rendono difficile la fonazione) e dei genitori che devono controllare che il piccolo lo porti tutti i giorni.
Gli specialisti, nonostante oggi ci siano nuovi tipi in resina, continuano a consigliare quelli in metallo, considerati più affidabili, sicuri e dall’azione più rapida.
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