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L’ ansia per la matematica può iniziare presto, già alle scuole elementari: lo afferma un gruppo di ricercatori dell’Università di Cambridge che ha studiato il fenomeno.
Più ansiose bambine e ragazze
I ricercatori hanno coinvolto 2.700 studenti inglesi e italiani con l’obbiettivo di comprendere quale fosse il loro livello di ansia per la matematica e per le performance scolastiche in generale. Dalle risposte dei 1.000 allievi italiani intervistati è emerso che le bambine e le ragazze presentano livelli più alti di ansia per la matematica. Questa differenza potrebbe riflettere la presenza di stereotipi di genere che tuttora persistono nella nostra cultura. Tali stereotipi, che non hanno alcun fondamento scientifico, presentano le donne come meno abili nella matematica.
L’ansia colpisce anche i più bravi
A soffrire di una forte ansia per la matematica, però, non sono solo gli studenti che prendono voti bassi, ma anche quelli con abilità elevate che riescono a ottenere punteggi alti in questa materia. Secondo Amy Devine, coautrice del rapporto, dato che questi bambini sono bravi nei compiti, si rischia che la loro ansia passi inosservata a insegnanti e genitori, che potrebbero prestare attenzione soltanto alla performance scolastica e non ai fattori emozionali. Questa sensazione spiacevole può avere effetti negativi anche a lungo termine, per esempio condizionando le scelte degli studenti, che eviteranno di iscriversi a facoltà scientifiche nonostante abbiano tutte le capacità per poterle affrontare.
L’importanza delle emozioni
Gli aspetti emozionali hanno un ruolo centrale nell’apprendimento. Quando le aspettative dell’allievo, della famiglia, dell’insegnante o del contesto sociale sono troppo elevate, lo studente può andare incontro a livelli alti di ansia e avere una riuscita minore. L’insuccesso, a sua volta, può condizionare le performance successive, in un circolo negativo che si auto-accresce, rinforzando anche le eventuali carenze cognitive. L’ideale sarebbe quindi non caricare bambini e adolescenti di queste attese e non alimentare in maniera molto marcata la competizione: spesso, infatti, l’attenzione è incentrata soltanto sul risultato e sul voto, mentre bisognerebbe spostare l’interesse sul procedimento impiegato per risolvere un problema più che sul valore finale.