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Anoressia e bulimia: due drammi oscuri che rappresentano un vero e proprio spettro tra le giovanissime. L’unica arma per combatterle è la prevenzione, che deve partire sin dall’infanzia. E a dirlo sono gli esperti.
Un dramma che comincia fin da piccole
Anoressia e bulimia rappresentano un fenomeno che oggi riguarda anche le bambine. Insieme rappresentano la prima causa di morte per malattia tra i 12 e i 25 anni. Questi due disturbi del comportamento alimentare oggi colpiscono tra le 150 e le 200mila donne solo in Italia. I dati diffusi dalla Società italiana per lo studio dei disturbi del comportamento alimentare danno un quadro sconfortante, ma qualcosa è possibile fare fin dall’infanzia.
Le cause della malattia
“Le cause dei disturbi nel comportamento alimentare – spiegano gli esperti – possono essere molteplici. Alcuni fattori sono esterni alla famiglia, e riguardano per esempio il contesto che la persona (spesso adolescente) vive fuori da casa, come scuola e amicizie; inoltre, difficilmente questo tipo di disturbi si instaura senza un fattore scatenante, vale a dire un episodio difficile o stressante che coinvolge la persona”. Altri fattori che possono scatenare l’anoressia e bulimia riguardano, invece, la vita familiare in età infantile e pre-adolescenziale e adolescenziale ed è proprio su questi fattori che si può fare prevenzione, iniziando dalle piccole cose di tutti i giorni.
Come fare prevenzione
Si può fare prevenzione a cominciare dall’aiuto e dall’ascolto: “Aiutate le vostre figlie quando sono piccole a dare un nome alle loro emozioni – raccomandano gli esperti -. Può sembrare una cosa scontata ma insegnare alla bambina a dare un nome ai propri stati emotivi e insegnarle a metterli in relazione con quanto le sta capitando, è un modo importante per farle sviluppare un senso di auto-efficacia che le consentirà progressivamente di riconoscere autonomamente i suoi bisogni e le sue emozioni, e di provare a soddisfarli lei stessa, se possibile, oppure chiedendo aiuto”.
Non colpevolizzare
“Condannare le emozioni meno accettabili socialmente, come per esempio la rabbia e il dolore, non migliora la situazione di chi le prova, anzi. Le famiglie di origine delle pazienti anoressiche e bulimiche sono spesso molto attente alle apparenze, e quando le figlie manifestano malessere, esso non viene gestito e risolto, ma ignorato o peggio colpevolizzato”.
In breve
UN APPELLO ALLE MAMME
“Non dimenticate di costruire per voi stesse un posto dove essere rassicurate, se necessario, e nutrite” è l’accorato appello degli esperti della Società italiana per lo studio dei disturbi del comportamento alimentare. “Questo posto può essere la relazione col partner, con gli amici, con altre figure di riferimento. Se non avete nessuna di queste persone, chiedete l’aiuto di un professionista, ma non lasciate che le vostre collere e le vostre paure pesino sulle vostre figlie, soprattutto quando sono piccole”.