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Ci sono bambine che soffrono di anoressia e bulimia già a 12 anni, in alcuni casi addirittura a soli 8 anni. L’allarme è stato lanciato da Marta Scoppetta, psichiatra e psicoterapeuta, consulente del Percorso obesità alla Fondazione Policlinico Gemelli di Roma.
Importante capire i segnali
L’anoressia è la prima causa di morte per gli adolescenti dopo gli incidenti stradali. Secondo le stime ufficiali, il 90-95% di pazienti sono donne, ma il problema non è esclusivamente femminile. Individuare i primi segnali di anoressia e bulimia è di fondamentale importanza anche perché più la diagnosi è precoce, più incisive è il processo di guarigione. Al di là del vomito “di nascosto”, del dimagrimento improvviso, è bene fare attenzione se si notano cambiamenti importanti nel carattere e nello stile di vita dei propri figli. Per esempio, se bambine sempre accondiscendenti all’improvviso diventano scontrose e oppositive, si chiudono in se stesse, smettendo di uscire con gli amici, mostrano meno interesse per le attività sociali, è opportune indagare all’origine del problema.
Non sono un capriccio
È fondamentale capire che anoressia e bulimia sono malattie serie, non capricci da superare solo con la volontà, bensì un disturbo psichiatrico grave, che si può curare, ma di cui si può anche morire. L’adolescente che si ammala di anoressia inizialmente cerca nel controllo del peso e del cibo, che poi diventerà una vera e propria gabbia, un mezzo per sentirsi più sicuri e realizzare autonomamente una sorta di autocura rispetto a un disagio più profondo. Si tratta di vere e proprie richieste d’aiuto, e per questo colte talvolta più da insegnanti o allenatori sensibili e attenti che dagli stessi genitori. Un percorso di cure adeguate permette di curare le insicurezze e le fragilità che hanno portato il bambino ad ammalarsi.