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Andare a cavallo potrebbe favorire lo sviluppo cognitivo dei bambini. È quanto sostiene uno studio dell’Azabu University School of Veterinary Medicine di Sagamihara e della Tokyo University of Agriculture di Atsugi (Giappone). Le vibrazioni prodotte dall’andatura del cavallo sarebbero, infatti, in grado di provocare l’attivazione del sistema nervoso simpatico, stimolando l’apprendimento, la memoria e la capacità di problem-solving.
Test su bambini di 10 anni
L’indagine è stata condotta sulle performance cognitive di 106 bambini di 10-12 anni, incaricati di risolvere alcuni quesiti aritmetici e di svolgere un test comportamentale: i ragazzini che avevano fatto la passeggiata a cavallo erano stati più bravi degli altri. Non sono emerse, invece, differenze nel modo in cui tutti i partecipanti hanno eseguito gli esercizi matematici. Questi risultati potrebbero essere dovuti al fatto che il test comportamentale, a differenza di quello aritmetico, provoca un aumento della frequenza cardiaca. I compiti previsti dal test Go/No-go potrebbero essere più difficili da svolgere rispetto ai problemi di aritmetica e provocare una maggiore attivazione del sistema nervoso simpatico.
Cosa succede in sella
Andare a cavallo produce accelerazioni tridimensionali. Il movimento del bacino del cavallo può provocare stimoli motori e sensoriali, per cui alcune delle differenze rilevate in questo studio tra le prestazioni dei bambini che sono andati a cavallo e quelle degli altri, potrebbero essere dovute a queste accelerazioni. In particolare, secondo gli scienziati nipponici, i miglioramenti ottenuti dai ragazzini che hanno praticato l’equitazione sarebbero dovuti alle vibrazioni prodotte dal movimento del cavallo, che avrebbero determinato l’attivazione del sistema nervoso simpatico. I ricercatori concludono, pertanto, che andare a cavallo potrebbe favorire lo sviluppo cognitivo dei bambini, favorendone l’apprendimento, le capacità mnemoniche e l’attitudine a risolvere i problemi.