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Nonostante i ripetuti appelli degli esperti, ancora oggi ci sono genitori che non si preoccupano di proteggere i loro figli dall’esposizione al fumo passivo. Al punto che 1 caso su 5 di infezioni respiratorie nei bambini dipende da questo motivo. Lo rivela il Reparto di Broncopneumologia dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
La maggior parte dei genitori fuma
Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità più della metà dei bambini di due anni è esposta abitualmente al fumo passivo. Nel 38% dei casi la colpa è di un genitore, che non si trattiene dal fumare in casa. In Italia, la situazione è anche peggiore. Stando ai dati Istat, il 49% dei piccoli fino ai cinque anni ha almeno un genitore fumatore e il 12% è esposto a un “doppio” fumo passivo: quello della mamma e quello del papà.
Attenzione ad abiti e sedili
Se fumare in presenza di un bimbo è un atto gravissimo, anche farlo in sua assenza ma negli ambienti che lui frequenta non è un bene. Infatti, il fumo di “terza mano” è comunque tossico: le sostanze che rimangono sui vestiti dei fumatori, sui sedili della macchina o sui mobili di casa possono danneggiare le vie respiratorie dei più piccoli.
Fa male anche in gravidanza
Alla luce di questi dati, non dovrebbe stupire che ogni cinque bambini che arrivano dal medico per problemi respiratori, soprattutto tosse o broncospasmo, uno è stato esposto al fumo passivo. Anche il fumo in gravidanza ovviamente è nocivo. “È stato dimostrato che in caso di madri fumatrici, il peso del bambino alla nascita è inferiore rispetto a quello dei figli di madri non fumatrici” ha spiegato Renato Cutrera, responsabile dell’Unità di Bronco-Pneumologia del Bambino Gesù di Roma.