Argomenti trattati
In genere, fra i due e i tre anni la maggior parte dei bambini è pronta per abbandonare il pannolino. Mentre di giorno il passaggio al vasino spesso avviene senza grandi problemi, può succedere che di notte il piccolo faccia fatica a sentire lo stimolo di fare pipì e bagni il letto. Non bisogna allarmarsi eccessivamente: alcuni bimbi continuano a fare la pipì a letto anche per mesi.
Quando diventa un problema
Quando, però, i tempi si dilatano molto, quello che all’inizio è solo un inconveniente si può trasformare in un problema psicofisico per il bambino, che può iniziare a provare disagio e imbarazzo. Per aiutarlo a superare questa fase potrebbe essere utile la stimolazione magnetica transcranica, una metodica che si basa sull’utilizzo di un dispositivo che genera un campo magnetico sopra la testa (al momento si è dimostrata efficace contro ictus, schizofrenia, dislessia e depressione. A suggerirlo è uno studio condotto da un gruppo di ricercatori egiziani, dell’Assiut University Hospital, pubblicato sulla rivista Restorative Neurology and Neuroscience.
Che cos’è l’enuresi notturna
Occorre sapere che fino ai quattro anni circa è normale che di notte il bimbo abbia un po’ di difficoltà a controllare completamente la vescica e, qualche volta, faccia la pipì a letto. Tutta colpa dell’immaturità del meccanismo della minzione. Dopo i sei anni, però, il bambino dovrebbe aver raggiunto la continenza e il pieno controllo della vescica. Se emette ancora urina durante il sonno, senza svegliarsi nonostante la sensazione di bagnato, si parla di enuresi notturna.
Uno studio su 44 ragazzini
La ricerca ha coinvolto 44 ragazzini. Tutti stavano seguendo una cura farmacologica perché erano soggetti a enuresi notturna. Gli studiosi li hanno divisi in due gruppi. Un gruppo è stato sottoposto a sedute giornaliere, della durata di circa sette minuti ciascuna, di stimolazione magnetica alla schiena per 10 giorni. L’altro gruppo, invece, ha ricevuto la stimolazione ma non alla schiena. Lo scopo era capire se questa tecnica potesse aiutare i partecipanti a non fare la pipì a letto.
Meglio la stimolazione alla schiena
L’analisi dei risultati ha confermato che la stimolazione magnetica può essere utile per trattare l’enuresi notturna. Infatti, in tutti i volontari, dopo i 10 giorni di trattamento, si è osservato una diminuzione nel numero di “incidenti notturni”: da una media di sei episodi a settimana si è passati a una media di un episodio alla settimana. I benefici maggiori però si sono registrati nei ragazzini che avevano ricevuto la stimolazione alla schiena. Infatti, hanno continuato a non fare la pipì a letto per oltre un mese dopo la fine della cura. Gli altri, invece, hanno ripreso quasi subito a bagnare il letto con la frequenza precedente.
Il meccanismo d’azione è ancora incerto
Gli esperti hanno spiegato che per ora non si sa precisamente in che modo agisca la stimolazione magnetica transcranica. Si ipotizza però che possa migliorare la tonicità dei muscoli che svolgono un ruolo importante nel controllo della vescica oppure la funzionalità dei nervi della parte bassa della schiena. Al momento, comunque, pare ci siano tutte le premesse per considerare la tecnica come una possibile opzione terapeutica per aiutare i piccoli che soffrono di enuresi notturna.