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Il problema obesità infantile è sempre più diffuso nei Paesi industrializzati. Secondo l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) è una delle sfide più importanti che la sanità pubblica dovrà fronteggiare nei prossimi anni. Già dai quattro anni, rispetto a un bambino normopeso, l’obesità infantile porta a probabilità raddoppiate di andare incontro a ipertensione entro i sei anni, con un aumento anche circa i rischi di futuri ictus e infarto.
Dieta sana e movimento
È quanto emerso da uno studio dell’European Society of Cardiology e pubblicato da European Journal of Preventive Cardiology. Come sottolineato dal dottor Iñaki Galán dell’Istituto di salute Carlos III di Madrid, ritenere i chili di troppo dei bambini ininfluenti per il loro sviluppo è un concetto errato e, nella maggior parte dei casi, porta i genitori a non curarsi di quello che, invece, che devono invece migliorare la dieta dei propri figli e spingerli a praticare attività fisica.
Un problema mondiale
A livello mondiale il numero di bambini sotto i cinque anni con problemi di obesità supera i 41 milioni, con casi in aumento anche in Italia. Un dato che non deve lasciare indifferenti e che ha portato i ricercatori a valutare le conseguenze del sovrappeso infantile. Lo studio ha preso in esame per due anni le abitudini e lo stato di forma di 1.796 bambini di quattro anni. Le ricerche si sono concentrate su pressione sanguigna, indice di massa corporea e la circonferenza vita.
Risultati chiari
Al termine dello studio, i dati hanno evidenziato – senza distinzione di sesso o stato socioeconomico – come i bambini con peso in eccesso, nuovo o persistente, hanno rispettivamente un rischio ipertensione di 2,49 e 2,54 volte superiore rispetto ai piccoli normopeso. Valori che crescono a 2,81 e 3,42 rispettivamente nei casi di obesità addominale nuova o persistente. Di contro, i bambini che hanno perso peso non hanno visto un aumento del rischio di ipertensione. I risultati mostrano, in ogni caso, come si possa intervenire per azzerare i rischi: i bambini che sono tornati a un peso normale hanno, infatti, riacquistato sani livelli di pressione del sangue.
Fondamentale il buon esempio
È chiaro dunque come il modo migliore per ridurre i rischi dei nostri bambini sia fargli perdere i chili in eccesso attraverso una sana attività fisica e una dieta corretta. Le due figure centrali in questo percorso sono i genitori e la scuola. Quest’ultima, in particolare, deve prevedere almeno quattro ore settimanali di ginnastica, menù e spuntini nutrizionalmente bilanciati e attività di gioco e sport dopo le lezioni. Il ruolo di terzo soggetto chiave spetta ai pediatri che, grazie a questo studio, devono rendersi conto di come l’idea che i problemi legati al sovrappeso inizino a palesarsi nell’adolescenza sia errata. Contro l obesità occorre iniziare a lavorare fin dall’infanzia per scongiurare quanto prima danni sulla pressione sanguigna.