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Cercare di avvicinare i bambini allo sport evitando di sommergere i genitori di burocrazia e costi inutili. È questo il senso della circolare di prossima emanazione da parte del ministero della Sanità, che dovrebbe anche mettere ordine, si spera in via definitiva, in materia di certificati medici sportivi. Il cambiamento più importante è che i bambini fino a sei anni non dovranno presentare alcun certificato medico e, tantomeno, l’elettrocardiogramma, proprio per favorire il loro accesso allo sport.
Lo sport come strumento di prevenzione
“L’attività motoria è universalmente riconosciuta come strumento di prevenzione e cura di malattie metaboliche, e per il raggiungimento di un ottimale stato psicofisico – fa notare il dottor Giampietro Chiamenti, Presidente della Fimp, la Federazione italiana medici pediatri che, assieme alla Società italiana di pediatria (Sip) e all’Associazione culturale pediatri (Acp), ha scritto una lettera aperta al ministro della Salute, Lorenzin. Nella missiva si chiede di liberare dall’obbligo certificativo tutte le attività motorie per i piccoli fino ai 6 anni. “I bambini, che per caratteristiche proprie sarebbero portati al movimento continuo spontaneo – continua il dottor Chiamenti – purtroppo sono sempre più condizionati dal modello sociale che, riducendo gli spazi liberi e aumentando l’immobilità con distrazioni telematiche sempre più totalizzanti, favorisce errati stili di vita. È pertanto indispensabile – conclude – facilitare l’approccio all’attività motoria costante fin dai primi anni di vita per favorire un modello di comportamento permanente”.
Niente certificati da 0 a 6 anni
Sembra che le richieste dei pediatri italiani siano state ascoltate perché, a breve, il ministero della Sanità emanerà una circolare che abolirà l’obbligo dei certificati medici sportivi per i bambini inferiori ai 6 anni che inizieranno a fare sport, fatta eccezione per coloro con specifici problemi sanitari. In questo modo si andranno a favorire soprattutto i bimbi delle fasce sociali più disagiate, dato che i costi per le certificazioni si aggirano attorno ai 30-50 euro e hanno reso complesso l’approccio alla attività motoria organizzata.
Obbligo certificati per i tesserati
“È paradossale – osserva ancora Chiamenti – giustificare alla mamma di un lattante di 9 mesi, che inizia un corso di acquaticità, la necessità di un ecocardiogramma e del certificato non agonistico per il semplice fatto che, iniziando il corso, viene automaticamente tesserato dalla piscina, essendo questa affiliata alla Federazione per motivi di opportunità amministrativa!”. “L’obbligatorietà di certificazioni, agonistiche e non agonistiche, riguarda solo i soggetti tesserati – spiega Guido Marinoni, segretario della Fimmg di Bergamo -. Ne consegue che l’introduzione di una differenza nell’obbligo dei certificati per i bambini sino a 6 anni, non può che attenere al fatto che l’impegno fisico richiesto in tale fascia di età, sia minore rispetto a una età successiva”. Il certificato è richiesto anche per le attività extrascolastiche.