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Spesso è difficile definire con certezza il comportamento dei bambini e tracciarne i contorni con precisione. Altrettanto difficile è capirne le motivazioni e intuire il tratto caratteriale che induce un determinato comportamento. Tra le emozioni più difficili da riconoscere c’è la timidezza. Ecco qualche informazione utile per scoprire se i bambini sono (o diventeranno) timidi.
Un tratto della personalità
La timidezza, più che un’emozione è un tratto distintivo del carattere, che condiziona il comportamento. I bambini timidi hanno spesso un temperamento iperemotivo e sono particolarmente sensibili e vulnerabili. Subiscono con maggiore difficoltà i giudizi degli adulti e dei coetanei, riescono a farsi valere in mezzo agli altri con più fatica. Per questo, senza il supporto giusto, i bambini timidi tendono a chiudersi nel proprio guscio e a utilizzare la timidezza come un meccanismo di difesa.
Le relazioni con gli altri
I bambini timidi, non solo non sono mai protagonisti dei giochi e delle attività di gruppo, ma tendono anche a isolarsi, a osservare gli altri senza diventare parte attiva. La timidezza, utilizzata come uno scudo difensivo, è l’arma che il piccolo sfodera per nascondere le proprie emozioni e per proteggersi dai giudizi altrui, più o meno dichiarati.
Difficile fare amicizia
Difficilmente, i bambini timidi fanno amicizia e intessono relazioni sociali di loro spontanea volontà: più spesso, non riescono a esprimere molto la loro personalità in mezzo agli altri: il loro comportamento sfiora la diffidenza e la supponenza, si integrano con più fatica, arrossiscono se si ritrovano al centro dell’attenzione, tendono a distogliere lo sguardo se si sentono osservati e facilmente possono sviluppare un tic, come la tricotillomania o l’onicofagia, cioè rispettivamente l’attorcigliarsi e/o strapparsi i capelli e il mangiarsi le unghie.