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Togliere il ciuccio significa per il bambino cominciare a diventare grande e autonomo. E per far questo, mamma e papà devono aiutarlo a piccoli passi, gradualmente, affinché il bimbo sia guidato nella capacità di trovare soluzioni e diventare autonomo.
Perché è difficile staccarsi dal ciuccio
La suzione è un bisogno per il bambino piccolo: lo aiuta a calmarsi e a rilassarsi. Nei primi mesi di vita non vi è comprensione di “significati”, ma sensazioni semplici e basilari che si fondano sulla percezione corporea. Ma arriva un giorno in cui è necessario distogliere la sua attenzione da questo inseparabile compagno.
Scegliere il momento giusto
Per mamma e papà non è così semplice capire quando è il momento giusto per togliere il ciuccio, quando cioè il bimbo è pronto a rinunciarvi. In molte famiglie l’uso del ciuccio è un’abitudine consolidata, al punto da diventare oggetto di riflessione per molti genitori: quando toglierlo, e soprattutto come?
Ogni bimbo ha i propri tempi
Secondo gli esperti, l’età indicativa per togliere il ciuccio oscilla tra i due e i tre anni, un’età in cui il piccolo comincia a ingegnarsi per “trovare strategie alternative” di consolazione. Bisogna, tuttavia, evitare che avvenga un distacco brusco e improvviso. Sono, invece, raccomandati molta pazienza e gradualità.
Quali strategie adottare
I pediatri consigliano, come modalità transitoria, di concordare con il bimbo un posto dove conservare il ciuccio e pattuire di prenderlo solo in determinati momento (per esempio, quando è ora di fare la nanna). Un premio può essere un incentivo all’abbandono del succhietto.
No ai rimproveri
Se, però, il piccolo non riesce a rinunciare al ciuccio mamme e papà dovrebbero evitare rimproveri e punizioni, confronti con gli altri bambini, oppure atteggiamenti che svalutano o criticano il bambino e il suo bisogno del ciuccio. Secondo gli esperti quando un bimbo non riesce a rinunciare al ciuccio, sta comunicando il suo bisogno di “non crescere”. E forzarlo è inutile e controproducente.