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Il bambino si desta di soprassalto, piange, urla, suda, si agita, non è sveglio, ma nemmeno addormentato. È in sintesi la descrizione di quanto accade a molti bimbi dai 3 ai 10 anni. Si chiama “pavor nocturnus” o terrore notturno, un disturbo frequente, annoverato tra le parasonnie, cioè i comportamenti anomali che si verificano durante il sonno. L’attacco di terrore spaventa i genitori che vedono il proprio figlio disperato e non cosciente. E se si tenta di consolarlo, la crisi peggiora. Dopo l’episodio, il bambino si rilassa e riprende a dormire.
Che cos’è il pavor nocturnus?
Questo disturbo, tipico dell’età pediatrica, si caratterizza per un parziale risveglio dal sonno profondo, accompagnato, il più delle volte, da pianto, grida, agitazione intensa, pallore, sudorazione, tachicardia e respiro accelerato. Il bambino appare inconsolabile, non risponde agli stimoli esterni, anzi, se sollecitato, la sua paura e le reazioni di panico aumentano. Se svegliato, è confuso, disorientato e non riconosce le persone vicine. Una caratteristica fondamentale è che al mattino non ricorda nulla di quanto accaduto. Gli episodi, che si verificano di solito nelle fasi 3 e 4 del sonno non-REM (cioè quando il bambino passa da una fase di sonno profondo a una di sonno leggero, dove inizia a sognare) possono durare da pochi minuti a oltre mezz’ora. Il disturbo diminuisce spontaneamente e in modo graduale nel tempo.
Quali sono le cause?
Le cause possono essere diverse: asma notturna, reflusso gastroesofageo, apnee, stress, vescica piena, alterazioni dell’equilibrio idro-salino, pasti abbondanti oppure elementi che disturbano il sonno come sorgenti luminose o sonore. Secondo alcuni specialisti, gli episodi possono essere anche associati a spettacoli visti, a fiabe o racconti uditi che hanno colpito la fantasia del bambino, mentre altri sostengono che il pavor nocturnus è scarsamente o per nulla influenzato dalle emozioni e dalle attività psichiche dei giorni precedenti. Si attribuiscono anche cause genetiche, non rare. Infatti, c’è un rischio 10 volte maggiore di sviluppare terrori notturni se almeno uno dei parenti stretti ha sperimentato questo o altre parasonnie, per esempio il sonnambulismo, nella propria vita.
Consigli per mamma e papà
Durante l’episodio di pavor nocturnus i genitori devono evitare di toccare il bambino, altrimenti il terrore aumenta. Non bisogna svegliarlo, ma parlargli in modo tranquillo e rassicurante per favorire il ritorno alla calma. Inoltre, è buona regola evitare pasti pesanti e racconti o spettacoli che possono impressionare il piccolo. È anche consigliabile assicurarsi che, durante la manifestazione del disturbo, il bimbo non urti spigoli oppure oggetti, dato che i suoi movimenti possono essere improvvisi. In ogni caso, i genitori possono stare tranquilli.