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Per parlare di statura bassa non basta una valutazione non professionale dei genitori. Ecco perché, in caso di dubbio, è sempre fondamentale confrontarsi con il proprio pediatra. In genere, i dubbi arrivano con l’inizio del ciclo scolastico perché viene spontaneo fare un raffronto con gli altri bambini. Se durante i primi anni di vita ci possono essere dei sospetti, magari dovuti ai paragoni con cuginetti e amichetti di età anche diverse, con l’ingresso all’asilo o a scuola la comparazione diventa quasi quotidiana e le preoccupazioni aumentano.
Quando c’è un problema di salute
Se il bambino è basso possono esserci tante cause diverse. Questa condizione potrebbe derivare sia da malattie, come la celiachia, l’ipotiroidismo, il morbo di Crohn, le displasie ossee e altre patologie meno conosciute e più rare (come la sindrome di Turner e la sindrome feto-alcolica); ma anche da fattori non patologici, come la pubertà ritardata o la statura famigliare. In alcuni casi, poi, non è possibile identificare una causa certa: si parla allora di statura bassa idiopatica.
Servono valutazioni professionali
Il pediatra per verificare se effettivamente il bambino è basso e non cresce esegue tutta una serie di indagini. In particolare, misura l’altezza del piccolo e la valuta alla luce dell’altezza di genitori: se anche mamma e papà non sono particolarmente alti, infatti, è più probabile che la situazione rientri in una condizione di normalità. Inoltre, il medico calcola il ritmo di accrescimento e la velocità di crescita, sulla base delle misurazione effettuate nel corso delle visite precedenti, durante i controlli di routine. A conclusione a tutte queste indagini può stabilire se è il caso o meno di eseguire degli accertamenti e/o di consigliare alla famiglia di rivolgersi a un centro specializzato in auxologia.