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Non è vero che i bambini piccoli ci vedano sempre benissimo e che i problemi nella visione da vicino e da lontano inizino solo con la scuola. Per questo, è importante che i controlli della vista siano programmati precocemente, già a tre anni e comunque prima dei sei anni. È quanto suggeriscono le nuove linee guida del National Expert Panel del National Center for Children’s Vision Health statunitense.
Una visita all’anno dai tre anni
Secondo gli esperti, per tutelare la vista dei bambini, garantendo un corretto sviluppo delle strutture preposte a questo senso, e per ridurre il rischio di problemi, più o meno seri, l’ideale sarebbe programmare la prima visita oculistica a tre anni di età e poi ripetere i controlli ogni anno fino all’inizio della scuola. “Sfortunatamente molti bambini non vengono sottoposti né a uno screening appropriato che aiuti a identificare chi ha bisogno di cure oculistiche immediate, né a un esame generale da parte di un professionista della vista prima di iniziare la scuola”, sottolinea Anthony Adams, direttore di Optometry and Vision Science, la rivista che ha pubblicato le linee guida.
I problemi più comuni
I controlli della vista effettuati nei bambini piccoli possono aiutare a identificare diversi tipi di problemi che, se affrontati precocemente, possono essere trattati in modo adeguato, scongiurando le conseguenze più serie. Ecco i più comuni:
– i difetti di rifrazione, come miopia e astigmatismo, che richiedono il ricorso agli occhiali da vista,
– lo strabismo, ossia il mancato parallelismo tra i due occhi, per cui gli occhi non guardano nella stessa direzione, ma in direzioni diverse;
– l’ambliopia, detta anche occhio pigro, che è una ridotta capacità visiva monolaterale, cioè che riguarda un solo occhio. Questo problema deriva dal fatto che i due organi non vengono utilizzati contemporaneamente e con la stessa intensità.
A chi rivolgersi
I genitori possono scegliere di far eseguire i controlli della vista alle figure che preferiscono: optometrista, oftalmologo o oculista. È importante sapere, però, che in presenza di problemi che richiedono un approccio professionale servirà il ricorso all’oculista. I bambini con un difetto già diagnosticato, invece, devono essere controllati necessariamente da uno specialista, che stabilirà anche la frequenza delle visite.
I segnali da non sottovalutare
Se mamma e papà notano delle anomalie è bene anticipare le visite o, comunque, rivolgersi tempestivamente allo specialista per scongiurare ogni possibile rischio. Quali segnali devono insospettire? Se il piccolo strizza continuamente gli occhi, sforzandosi di vedere meglio da lontano, se chiude un occhio quando rivolge lo sguardo verso la luce, se in presenza di una fonte luminosa compaiono un continuo sfregamento degli occhi, arrossamento ed eccessiva lacrimazione. Da non sottovalutare nemmeno le inclinazioni e le rotazioni della testa che il bimbo compie quando cerca di guardare qualcosa.