Argomenti trattati
Quando i bambini sono in acqua, i genitori non rimangono tranquilli. Gli incidenti in piscina sono, purtroppo, molto frequenti. E sono numerosi anche quelli che coinvolgono minori. Ma quali sono gli strumenti più efficaci per garantire la sicurezza dei bambini in acqua? Secondo Antonino Reale, responsabile di pediatria di emergenza al Bambino Gesù di Roma, la migliore prevenzione comprende sia un’elevata vigilanza da personale qualificato e genitori sia lo sviluppo dell’acquaticità dei bambini attraverso corsi di nuoto a partire dai tre anni.
Importanza del primo soccorso
La piscina resta uno dei luoghi più a rischio per la sicurezza in acqua. Per questo, va incentivata la sorveglianza nonché va favorita la formazione del personale riguardo a tecniche di primo soccorso come la rianimazione cardio-polmonare
Imparare presto a nuotare
Il nuoto non è solo lo sport completo per eccellenza ma è anche un salvavita per i bimbi più piccoli. Bisognerebbe, infatti, imparare a nuotare sin dai 3-4 anni di età, facendogli vincere così la paura dell’acqua.
Il buonsenso
A favorire la sicurezza in acqua, poi, intervengono anche tutte quelle raccomandazioni dettate dal buonsenso ovvero il rispetto delle canoniche ore per la digestione prima di immergersi, nonché la posizione verticale se il bambino ha ingerito acqua in eccesso.
Mai perderli d’occhio
Inoltre, non dimentichiamo lo spirito di osservazione. Il piccolo in acqua, anche se sa nuotare, va sempre sorvegliato a vista. Individuare sul nascere un malore (pallore, occhi cerchiati, brividi) può, a volte, salvargli addirittura la vita.